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Valentino Rossi: «Quasi quasi smetto anche l'anno prossimo»

Il dottore è arrivato decimo nell'ultima gara di MotoGp della sua vita. Scherza: «Tutta una scusa per fare festa»
  • Valentino Rossi, l'ultima gara in MotoGp del campione
    Valentino Rossi, l'ultima gara in MotoGp del campione
  • Valentino Rossi, l'ultima gara in MotoGp del campione
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  • Valentino Rossi, l'ultima gara in MotoGp del campione
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    Valentino Rossi, l'ultima gara in MotoGp del campione
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Valentino Rossi ci teneva che la sua ultima fosse una gara da pilota vero e non la mesta passerella di chi viene accompagnato alla porta per evidenti limiti d'età. E gara vera è stata, con un onorevole decimo posto alla fine del GP di Valencia. «Ho cercato di viverlo nel mio stile. Ero molto preoccupato che l'emozione potesse travolgermi, in tanti hanno cercato di farmi piangere in questi giorni. Invece doveva essere una festa, smettere era una scusa per fare un po' di casino» racconta.

«Questa mattina mi sono svegliato pensando di dover fare di tutto per disputare una bella gara. Sono contento di esserci riuscito, ho concluso l'ultimo GP tra i 10 piloti più forti al mondo - è la soddisfazione del nove volte iridato - In futuro potrò dire: "Nell'ultima gara sono arrivato decimo, mica ultimo". Questa consapevolezza me la porterò avanti per un po'
di anni. Adesso dovrò iniziare a rendermi conto di aver smesso... Per ora la vivo solo come l'ultima della stagione. Mi sono trovato bene, magari smetto anche l'anno prossimo» e giù una risata.

Il fine settimana spagnolo è stato tutto un susseguirsi di omaggi e saluti, dimostrazioni di stima e affetto. «È stato molto bello, mi hanno fatto tante belle sorprese», come le repliche di alcuni suoi caschi storici, indossate dai piloti della Riders Academy, o la visita del «Fenomeno» Ronaldo, che gli ha donato la maglia dell'Inter. A gara finita, «nel box ci siamo divertiti, è stata una festa nel mio stile: abbiamo fatto casino, abbiamo bevuto e spaccato un sacco di cose, ancora non sono neanche tanto ubriaco».

Ora, 42 anni compiuti lo scorso febbraio, si dedicherà al progetto del suo team in MotoGP. Ma, poiché ha già detto che resterà pilota per sempre, potrebbe anche correre con le quattro ruote, nel campionato Gran Turismo. La sua eredità al motomondiale sono «i piloti dell'Academy VR46. I loro caschi dedicati a me mi hanno fatto emozione, è stato bellissimo vederli, non potevano farmi una sorpresa migliore».

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