Sport

Tokyo 2020, le lacrime di Vanessa Ferrari

Lo sbarco ieri sera a Linate scioglie la campionessa: «Parigi? Ora mi riposo poi deciderò cosa fare»
Loading video...
VANESSA: UN ARGENTO CHE RIPAGA
AA

È proprio vero non è tutto oro quello che luccica. Perché può luccicare alla grandissima anche l’argento. Che brilla così tanto al collo di Vanessa, da sembrare un sole capace di illuminare anche la notte di Linate, quella nella quale la Ferrari torna in Italia non più solo da Cannibale, ma da autentica leggenda olimpica. Lei, che con i suoi 31 anni l’ha spiegata a tutte. Compresa Jade Carey: la ginnasta Usa ha tolto all’eterna ragazza la gioia delle gioie, ma pure lei come chiunque si è portata a casa una lezione pratica di cosa voglia dire essere campionessa al costo di farsi divorare i tendini per inseguire un’ossessione. E attenzione perché potrebbe anche non essere finita qui.

  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
  • L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
    L'arrivo a Linate di Vanessa Ferrari
Attenzione davvero: perché con quel mito di ragazza lì, nulla è mai scontato. Al punto che Parigi 2024 al momento non è un pensiero tabù. Certo, sconfineremmo nel paranormale (a patto di non esserci già), ma sta di fatto che Vanessa sull’opzione quinta Olimpiade, a freddo come a caldo non chiude la porta a tripla mandata. Anzi... Se a quel «C’è sempre Parigi per pensare all’oro» detto da Enrico Casella nel post argento, la Ferrari aveva risposto con delle risatine e un «mi fanno male i piedi», ma senza dire un no secco, ieri a precisa domanda ha risposto: «Il mio obiettivo era questa Olimpiade. Ora devo riposarmi un po’ e cercare di capire cosa potrà rendermi felice. Vedremo, deciderò».

Parole che nel «ferrarese», per chi la conosce bene, significano «non smetto». Vedremo.

Sono le 23 passate quando Vanessa compare al varco degli arrivi nazionali ovviamente scortata da Enrico Casella. Ferrari, la stanchezza stampata in viso («Non sono ancora riuscita a fermarmi un attimo...») sgrana gli occhi sente un «siiiiiii Vanyyyyyyy» e scoppia a piangere, come mai prima d’ora in tanti anni: c’è una «curva» che canta per lei ed è formata da una comitiva di oltre 40 persone arrivate da Brescia in pullman. Ci sono le ragazze, i ragazzi e gli allenatori della Brixia capitanati dal presidente Folco Donati; c’è Lia Parolari (olimpionica, fu tra le prime compagne di Nazionale di Vanessa), c’è una delegazione del comune di Nave dove Vanessa vive e soprattutto ci sono mamma Galia, papà Giovanni, i fratelli Ivan e Michele e il fidanzato Simone.

Vanessa non sembra lei, la Cannibale torna bambina. Piange, piange e ancora piange nell’abbraccio senza fine di Donati. «Solo adesso - dice - mi rendo conto di quello che é successo. Ho iniziato a realizzare quando sono arrivata a Roma e ora qui...».

Le viene posta una corona sulla testa. «Sono felice di quello che ho fatto, che mi è riuscito come volevo. Ho capito di aver realizzato il mio sogno e sì, mi sento più leggera... So anche di aver lasciato una traccia indelebile nella storia dello sport ma di quello ancora non me ne rendo ancora ben conto perché sono ancora in carriera...Ora vediamo, mi riposerò e poi deciderò anche in base a come starò fisicamente». Vany scatta, si scioglie tra le braccia di mamma e di tutti coloro che la amano. «Con te partirò»: intanto sul pullman verso Brescia, nel quale chiede il coro di «Madonnina dai riccioli d’oro». Subito accontentata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato