Tokyo 2020, le lacrime di Vanessa Ferrari
È proprio vero non è tutto oro quello che luccica. Perché può luccicare alla grandissima anche l’argento. Che brilla così tanto al collo di Vanessa, da sembrare un sole capace di illuminare anche la notte di Linate, quella nella quale la Ferrari torna in Italia non più solo da Cannibale, ma da autentica leggenda olimpica. Lei, che con i suoi 31 anni l’ha spiegata a tutte. Compresa Jade Carey: la ginnasta Usa ha tolto all’eterna ragazza la gioia delle gioie, ma pure lei come chiunque si è portata a casa una lezione pratica di cosa voglia dire essere campionessa al costo di farsi divorare i tendini per inseguire un’ossessione. E attenzione perché potrebbe anche non essere finita qui.
Parole che nel «ferrarese», per chi la conosce bene, significano «non smetto». Vedremo.
Sono le 23 passate quando Vanessa compare al varco degli arrivi nazionali ovviamente scortata da Enrico Casella. Ferrari, la stanchezza stampata in viso («Non sono ancora riuscita a fermarmi un attimo...») sgrana gli occhi sente un «siiiiiii Vanyyyyyyy» e scoppia a piangere, come mai prima d’ora in tanti anni: c’è una «curva» che canta per lei ed è formata da una comitiva di oltre 40 persone arrivate da Brescia in pullman. Ci sono le ragazze, i ragazzi e gli allenatori della Brixia capitanati dal presidente Folco Donati; c’è Lia Parolari (olimpionica, fu tra le prime compagne di Nazionale di Vanessa), c’è una delegazione del comune di Nave dove Vanessa vive e soprattutto ci sono mamma Galia, papà Giovanni, i fratelli Ivan e Michele e il fidanzato Simone.Vanessa non sembra lei, la Cannibale torna bambina. Piange, piange e ancora piange nell’abbraccio senza fine di Donati. «Solo adesso - dice - mi rendo conto di quello che é successo. Ho iniziato a realizzare quando sono arrivata a Roma e ora qui...».
Le viene posta una corona sulla testa. «Sono felice di quello che ho fatto, che mi è riuscito come volevo. Ho capito di aver realizzato il mio sogno e sì, mi sento più leggera... So anche di aver lasciato una traccia indelebile nella storia dello sport ma di quello ancora non me ne rendo ancora ben conto perché sono ancora in carriera...Ora vediamo, mi riposerò e poi deciderò anche in base a come starò fisicamente». Vany scatta, si scioglie tra le braccia di mamma e di tutti coloro che la amano. «Con te partirò»: intanto sul pullman verso Brescia, nel quale chiede il coro di «Madonnina dai riccioli d’oro». Subito accontentata.
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