Tokyo 2020, Jacobs: «Non me l'aspettavo. Ora pronto per la gara»
Dopo la sua fatica in batteria, Marcell Jacobs impiega più di mezz’ora per raggiungere la zona riservata alle interviste della stampa scritta, perché tutte le tv hanno voluto sentire le sue parole: «Ho superato alla grande, con un bel sei, la prova dell’inglese. Mi hanno fermato ovunque. È stato bello parlare con Greg Rutherford, campione del lungo e ora intervistatore».
Marcell, record italiano in batteria, è un inizio da sogno?
«L’obiettivo era correre bene e qualificarsi in prima posizione per avere una buona corsia in semifinale. Non mi aspettavo questo tempo record - ammette lo sprinter di Desenzano del Garda - perché comunque ho fatto un po’ di fatica, però le condizioni erano ottime e il crono è arrivato».
Ha guardato gli avversari? Che cosa pensa?
«Quelli che hanno corso prima di me no, quelli dopo sì. Bromell non mi ha fatto una bella impressione, il canadese De Grasse invece non sbaglia un colpo ai grandi eventi, lui è uno da tenere d’occhio».
Una cosa da non rifare e una da ripetere rispetto a quanto sfoderato in batteria?
«Ripetere l’approccio che ho messo in pista, non rifare la stessa partenza. All’avvio infatti ho fatto passi troppo ampi e quindi non ho raggiunto la frequenza che mi portava ad avere una buona accelerazione. In semifinale dovrò migliorare questa fase. L’obiettivo è essere più frequenti mantenendo la stessa ampiezza».
Si è emozionato all’ingresso nello stadio olimpico di Tokyo?
«Abbastanza. È davvero una bella atmosfera, che sto vivendo bene, con serenità. Era il mio sogno da bambino essere qui ai Giochi olimpici e ora mi sto godendo tutto quello che mi accade a Tokyo».
In Italia e in particolare in provincia di Brescia, dove è cresciuto, era fin dal primo giorno l’uomo più atteso: lo sa?
«Sento tutto il tifo dell’Italia. Ora c’è un’altra gara, un altro giorno. Da una vita che sto sognando tutto questo: ora sono consapevole del mio percorso, si iniziano a vedere i risultati».
Come le è sembrata la pista?
«Molto buona e performante, l’avevo già provata nella zona di riscaldamento e anche in gara le sensazioni sono state ottime».
Che tempo servirà per salire sul podio olimpico dei 100 metri ed entrare nella storia?
«Non è ho la più pallida idea, perché nei 100 può cambiare tutto da un turno all’altro. Basta imbroccare la partenza perfetta e vien fuori completamente un’altra gara».
È stato difficile gestire la sua lunga giornata?
«No, ormai sono abituato ai grandi eventi e so che bisogna adattarsi e gestire la lunga attesa prima di scendere in pista...».
Quanto pensa di poter migliorare ancora?
«Non lo so. Ora nella mia testa il primo obiettivo è entrare in finale, poi si vedrà. Di sicuro non penserò al tempo, perché se mi prefiggessi un obiettivo cronometrico poi potrei accontentarmi e non dare il massimo».
Alla fine della batteria ha tirato il freno a mano?
«Non ho spinto fino in fondo, ma in realtà non è che si frena, si continua comunque a correre, ma visto che ero davanti era inutile schiacciare tanto sull’acceleratore».
Lo stadio vuoto incide sulla performance?
«Il pubblico non influisce sulla nostra gara, noi sprinter dobbiamo solo concentrarci sullo sparo e correre forte».
Cosa si augura per domani (oggi per il lettore, ndr)?
«Dormire un po’ di più: alla mattina della batteria mi sono svegliato alle cinque e mezza».
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