Nicosia del Calvisano: «Olly è stato il mio capitano, un leader»

In meta con Olly. Pietro Nicosia, classe 2001, non nasconde l’emozione vissuta sabato sera quando Federico Olivieri – nome d’arte Olly – ha trionfato al festival di Sanremo.
«Abbiamo giocato insieme dall’U12 alla U18 – racconta il centro del Calvisano – è stato il mio capitano, un leader e un grande amico, fuori e dentro il campo di gioco, gli voglio molto bene. Domenica, mentre andavamo a Parma, sul pullman ho riascoltato la sua canzone, "Balorda nostalgia": mi ha dato una grandissima carica. E la meta che ho siglato la devo un po’ anche a lui, è stata il coronamento di un momento di grande emozione».
Nicosia prosegue: «Ho ripensato alle battaglie a suon di rap che facevamo durante il viaggio nelle trasferte con il Cus Genova, lui cantava, era bravo, ma anche come giocatore era forte. Un bel numero 8 con una gran fisico e un’ottima tecnica. Aveva sempre problemi alla schiena però ed è per questo che a un certo punto ha smesso. Ma sono convinto che se avesse continuato avrebbe potuto arrivare molto in alto».
Il centro
Genovese, nato a Imperia, Pietro Nicosia è arrivato a Calvisano tre anni fa («sono passati già tre anni – dice – non me ne rendo neanche conto»). Trasferimento dalla Liguria intrapreso per amore del rugby: «Volevo mettermi in gioco, cercavo qualcosa di più e il Calvisano rappresentava da sempre il mio sogno. Era stata la squadra di altri genovesi cui mi ispiravo come giocatore: Tommy Castello, Pierre Bruno, Paolo Pescetto».
Senza contare Marco Bollesan che venne a Brescia per vincere lo scudetto di cui quest’anno si festeggiano i cinquant’anni. «Marco Bollesan a Genova è un nome che non si può ignorare quando si parla di rugby, è la nostra storia».

Dunque eravamo rimasti al trasferimento a Calvisano, dove Pietro ha trovato anche una compagna, Giulia. «Ho fatto un anno di gavetta nella formazione cadetta. Un’esperienza che mi è servita molto: duro impegno, fatica, senza tanti riflettori. Ma in un gruppo fantastico, che mi ha accolto benissimo e mi ha fatto subito sentire parte della squadra. Anche se all’inizio è stata abbastanza dura per me genovese, cresciuto con le montagne alle spalle e il mare davanti agli occhi, qui c’era solo pianura... Poi dalla scorsa stagione sono entrato nel gruppo di Serie A. Purtroppo a dicembre 2023 mi sono rotto il crociato anteriore del ginocchio destro e sono stato fuori circa 10 mesi. Devo ringraziare tutto lo staff per le attenzioni che ho avuto e Cristiano Durante, il preparatore atletico, per come mi ha seguito. Sono rientrato in squadra a settembre e sogno la promozione con il Calvisano e poi, chissà, di arrivare ancora più su, sempre con i colori gialloneri».
In campo
Intanto domenica avete dato una bella prova di maturità. «Con il Parma è stata una partita molto divertente, merito nostro ma anche loro, che non si sono mai arresi e hanno provato in tutti i modi a giocare al largo e a metterci in difficoltà con azioni in velocità. Noi siamo stati bravi a restare sempre concentrati, a parte forse i momenti finali». Tra due settimane Calvisano è atteso un match forse decisivo con il VII Torino.
«Credo sarà la partita più importane della stagione. Abbiamo davanti due settimane per prepararla come si deve. Abbiamo giocatori di esperienza che hanno già vissuto l’élite e giovani ambiziosi, non ci manca niente per far bene».
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