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Olimpiadi a Ponte, Nadia e Elena Fanchini: «Magari!»

Per le campionesse bresciane l’esempio da seguire è quello di Cortina
Campionesse. Nadia ed Elena Fanchini sulle piste di Lake Louise
Campionesse. Nadia ed Elena Fanchini sulle piste di Lake Louise
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Un Ponte (di Legno) verso il sogno: da cullare nei pensieri «ma sapendo che se si parte subito, da qui al 2026 c’è il tempo e anche la possibilità per potersi attrezzare come si deve».

Il primo «like» all’ipotesi delle Olimpiadi 2026 in Lombardia con «puntata» sulle nevi dell’Alta Valle Camonica, arriva da Nadia ed Elena Fanchini. Dall’altopiano di Montecampione, le due portacolori della Nazionale che hanno una certa familiarità con le nevi mondiali, hanno salutato con un eloquente «magari!» la notizia pubblicata dal Giornale di Brescia.

«Se dovesse succedere davvero, sarebbe una cosa straordinaria», ha spiegato Nadia. «Poter essere protagonisti di un evento di questa portata nei luoghi dove sei nata e cresciuta, sarebe davvero qualcosa di magico».

La strada è lunga, a sgomitare sul treno dei cinque cerchi non c’è solo la Lombardia e la politica dovrà fare la sua parte: ad oggi, l’ipotesi è soltanto... ipotesi, ma all’operazione-Olimpiadi la Giunta Fontana ci sta pensando seriamente. E, per farlo, dovrà mettere sul tavolo i propri assi nella manica. Il «Grande Sogno» bianco di Ponte di Legno-Tonale, in questa partita, potrebbe assolutamente dire la sua.

L’esempio. «Fino a poco tempo fa, nessuno si sarebbe mai immaginato di poter associare un evento come le Olimpiadi al territorio della Valle Camonica - continua Nadia - ma gli investimenti fatti in Alta Valle negli ultimi anni hanno permesso di fare un salto di qualità importante e oggi, con i cento chilometri di piste e gli impianti di risalita che legano tutto il comprensorio, questa è senza dubbio una delle mete più apprezzate in Europa dagli sciatori».

Per le sorelle Fanchini, l’esempio da seguire c’è già. «In questi anni abbiamo vissuto le esperienze dei campionati mondiali a Cortina: lì hanno saputo programmare gli interventi, muovendosi sempre con largo anticipo e riuscendo a mantenere alto il livello di qualità della ricettività e dei servizi. Noi atlete in gara viviamo il palcoscenico e possiamo soltanto immaginare cosa ci stia dietro le quinte di un evento di questa portata: ma se c’è la volontà di tutti credo che anche la Valle Camonica e Ponte di Legno potrebbero avere qualche chance di essere sotto i riflettori». Quindi la sfida è lanciata e al 2026 mancano ancora otto anni: un’era geologica per chi pratica sport, ma un battito d’ali per la politica e la burocrazia. E allora perché non sognare?

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