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Nicoletta Romanazzi: l’ex mental coach di Jacobs ai Globe Soccer Awards

Il 28 dicembre a Dubai si premiano i migliori del calcio internazionale, da quest’anno la nuova categoria professionale. Tra i candidati l’italiana che segue grandissimi campioni
La mental coach Nicoletta Romanazzi - © www.giornaledibrescia.it
La mental coach Nicoletta Romanazzi - © www.giornaledibrescia.it
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Dubai è pronta a riempirsi di stelle. Come ogni anno il Globe Soccer Awards, in programma il 28 dicembre a Dubai, diventa la passerella natalizia di grandi campioni come Mbappé, Yamal, Luis Enrique, Flick e chi più ne ha più ce ne metta. Si premiano i migliori del calcio internazionale, ma da quest’anno c’è una nuova categoria, quella dedicata ai mental coach, figura sempre più presente nel mondo dello sport e tra i candidati c’è un’italiana, Nicoletta Romanazzi.

Da oltre vent’anni sul campo, seguendo grandissimi campioni come Marcell Jacobs o Gigi Donnarumma, tanto per citarne due. «Da anni porto avanti una vera e propria battaglia sul mio lavoro e vedere questo riconoscimento mi soddisfa».

Il mondo del coaching, infatti, negli ultimi anni è stato protagonista di una crescita esponenziale. «Secondo me la percezione in Italia è cambiata con la vittoria di Jacobs ai Giochi di Tokyo - ci racconta -. Ringraziandomi in mondovisione, ha fatto sì che gli atleti piano, piano si siano aperti a questa figura. Marcell l’ha sdoganata, ha rotto gli argini».

Oggi i due non collaborano più, per questo sulla scintilla persa dall’oro olimpico nei 100 metri si limita a sottolineare come negli anni ne abbia ha passate tante. «Ha avuto molti cambiamenti e situazioni che lo hanno addolorato - spiega - È stato un susseguirsi di cose che forse lo hanno appesantito». C’è un fil rouge, infatti, di tutti i top performer che ha seguito e continua a seguire: la vena competitiva. «Ogni storia è a sé - dice -. Ma il 99% delle volte mi sono ritrovata a dover abbassare la loro competitività e non lascia spazio al riposo, al piacere e al divertimento. Il rischio che si corre nel tempo, nel caso dei manager, è il burn out, per gli atleti di incorrere in infortuni».

Il grande sogno di Nicoletta Romanazzi, ora che è sdoganata questa figura, è di portare il coaching nelle scuole. «Vorrei insegnare ai ragazzi come far diventare la mente un alleato». Venticinque anni fa sarebbe stato impensabile, oggi non più.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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