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La sfida di Pippo Inzaghi: due squadre fatte da titolari

La chiusura del mercato senza alcune partenze dà al tecnico biancazzurro ampia possibilità di scelta
Pippo Inzaghi, allenatore del Brescia, può puntare su una rosa ampia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Pippo Inzaghi, allenatore del Brescia, può puntare su una rosa ampia - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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«Melius est abundare quam deficere», ovvero «meglio abbondare che scarseggiare». La locuzione latina calza a pennello il giorno dopo la chiusura del calciomercato. Perché il Brescia, è vero, abbonda di giocatori, ma allo stesso tempo Pippo Inzaghi sa di poter contare di fatto su due squadre.

Ed è difficile pensare a un Brescia «A» e a un Brescia «B», tanto che viene più facile immaginare due facce della stessa medaglia, due formazioni diverse ma in grado di poter dire la loro contro chiunque.

Quella che ora si trova davanti Pippo Inzaghi è una sfida affascinante per un allenatore. Certo non facile, perché tenere sulla corda oltre 20 giocatori in modo che siano sempre pronti a dare il cento per cento non sarà semplice, ma quale allenatore preferisce lavorare potendo contare su 14-15 elementi? Meglio insomma avere ampia scelta (non capitava da tempo...), perché facilmente sarà da stimolo durante la settimana anche per i giocatori.

Il Brescia «versione 1» che abbiamo ipotizzato rispecchia di fatto quello visto nelle prime due uscite di campionato contro Ternana e Cosenza, tranne che sugli esterni. Perché quando sarà pronto Karacic (uno che spinge), è probabile che faccia coppia con l’ultimo arrivato Huard (più difensivo), mentre quando verrà preferito Mateju, sulla mancina sarà più probabile vedere Pajac, laterale a cui piace spingere. Insomma, equilibrio rispetto al «tutti avanti» o al «tutti indietro».

Scorrendo la formazione del Brescia «versione 2», si capisce subito come sia difficile inquadrarlo come un undici di riserve. È invece il lusso che Inzaghi può concedersi, ovvero quello di avere titolari pronti ad alzarsi dalla panchina per cambiare o chiudere le sorti di una partita. Così è successo col Cosenza, quando nel secondo tempo sono entrati Bisoli, Ndoj, Moreo e Palacio, giocatori che se il tecnico decidesse di inserire nell’undici di partenza farebbero storcere il naso a pochissimi, forse a nessuno.

Il tutto considerando che Ayé deve rientrare dall’infortunio, mentre Olzer e Cavion sono solo alla «presentazione» in attesa di farsi conoscere. Insomma, il Brescia è un po’ come il 45 giri dei Belatles con «Eleanor Rigby» sul lato A e «Yellow Submarine» sul B: due hit tra cui è difficile scegliere.

 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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