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«Il Brescia deve retrocedere per salvare il calcio? Sono pronto»

Nel calcio italiano permangono le divisioni. Per il presidente del Brescia, Cellino, non ci sono alternative: il campionato non deve ripartire
"BRESCIA IN B PER SALVARE IL CALCIO"
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«La Fifa dice finiamola qui, il Coni anche, la nostra Federazione ricorda il Governo che forma un sacco di commissioni. Stiamo vivendo una tragedia, io vivo a Brescia e vedo cose che non auguro a nessuno di vedere, ecco perché mi arrabbio». 

Massimo Cellino, intervenuto a «Tutti convocati» su Radio 24 ha ribadito la sua posizione in merito all'emergenza sanitaria e al campionato: il calcio non deve ripartire.

«Ci si nasconde dietro i problemi economici. L'azienda calcio- le sue parole - è l'unica in grado di risollevarsi e ripartire in autonomia, senza chiedere aiuti a Governo e a nessuno. Ci nascondiamo dietro consigli di burocrati non coinvolti nell'azienda calcio. Se un ministro dello sport si permette di dire che non rilascia il betting perché è una questione di principio del Movimento 5 Stelle, allora come ha fatto a fare il governo con Renzi e a parlare di coerenza?». 

«Ai calciatori vanno dette le cose come stanno - ha proseguito Cellino -: non puoi dire loro che levi lo stipendio e poi devono giocare 3 volte a settimana. Se stiamo fermi i giocatori rinunceranno a qualcosa, si riparte l'anno prossimo facendo i bravi. Anche perché se non si può ricominciare a settembre senza giorni di vacanza, serve una preparazione». 

Infine: «Se serve che il Brescia retroceda per salvare il calcio, io retrocedo e ci vado a testa alta in Serie B. Oppure cristallizziamo i campionati come sono adesso, ma così a quel punto devi pagare premi e stipendi ai calciatori. I miei calciatori sono d'accordo a retrocedere? Guadagnerebbero il 50% in meno, per me non sarebbe tragedia economica».

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