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Il 30 maggio 1961 a Crotone nasce Luciano De Paola

Allenatore di calcio ed ex centrocampista, ha giocato per sei stagioni nel Brescia Calcio e per sette ha allenato la Primavera delle Rondinelle
Luciano De Paola ritratto da Luca Ghidinelli
Luciano De Paola ritratto da Luca Ghidinelli
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Lo spazio che accoglie le vignette «In punta di matita» firmate da Luca Ghidinelli aggiunge un tocco nostrano e si fa guida alla scoperta (o riscoperta) di figure di oggi e di ieri di figli della Leonessa ai quali in occasione di ricorrenze più o meno note il vignettista bresciano dedica una sua tavola. E attraverso essa - che si guardi alla storia o al mondo dello sport, agli spettacoli o alla politica - i lettori possono con un sorriso rinnovare ricordi e conoscenze tutti squisitamente di marca bresciana.

Il 30 maggio 1961 a Crotone nasce Luciano De Paola, allenatore di calcio ed ex centrocampista che ha giocato per sei stagioni nel Brescia Calcio e per sette ha allenato la Primavera delle Rondinelle.
Luciano era il classico mediano vecchia maniera: marcatura sull'uomo stretta e copertura difensiva. Il suo tipo di gioco ben presto lo portò ad essere uno dei beniamini della tifoseria bresciana che, per la grinta, i folti capelli ricci sparati in ciocche e l'aspetto da duro, ben presto gli affibbiò il soprannome di «pirata» (come da illustrazione di Ghidinelli).

De Paola aveva una caratteristica, che divenne poi il suo marchio di fabbrica in terra bresciana: la sforbiciata aerea. Ogni partita ne faceva una ed ogni volta il Rigamonti esplodeva in un boato. Luciano approdò in due occasioni tra le Rondinelle: la prima volta fu con il mercato di gennaio del 1990, quando per dissapori con la dirigenza e l'allenatore del Cagliari, dalla Sardegna arrivò all'ombra del Cidneo. Il Brescia giocava tra i cadetti e Luciano, che proveniva dalla massima serie, vestì subito i panni del Leader e del lottatore, portando ordine e grinta nel centrocampo biancoazzurro.

La stagione seguente, 1991/92, con il Brescia ottiene l'agognata promozione e si fa notare per le doti sulla mediana. Nella stagione 1992/93, con le Rondinelle in Serie A, viene segnalato tra i migliori mediani della massima serie, ma purtroppo, il suo seppur importante apporto, non salva la squadra dalla retrocessione. Il Brescia lo cede alla Lazio per 2 miliardi e 800 milioni di lire.

A Roma il clima si fa subito ostile nei confronti di Luciano, che viene spesso e ripetutamente contestato dalle frange più calde della tifoseria. Il motivo non era legato al rendimento del giocatore, quanto al fatto che si era presentato nella Capitale come «calciatore comunista» in una squadra con una Curva dichiaratamente di destra. L'ostilità dell'ambiente lo spinge a cercare fortuna in altri lidi e così già al mercato di gennaio viene trasferito all'Atalanta. Nella città orobica retrocede di nuovo tra i cadetti e di comune accordo con la società passa al Cosenza in Serie B, dove in due stagioni disputa 66 gare e realizza due marcature.

Nel 1996 accoglie le richieste di Corioni e ritorna al Brescia, dove viene nominato Capitano e dove, trentaseienne, contribuisce ancora una volta alla promozione delle Rondinelle che chiudono il campionato al primo posto.

Il Brescia gli rinnova un altro anno di contratto e la stagione successiva, 1997/98, veste di nuovo la maglia biancoazzurra. Durante quella stagione viene colpito da un grave infortunio che lo tiene per molto tempo lontano dai campi di calcio ed a giugno si conclude la sua esperienza sotto il Cidneo, con il Brescia retrocesso che non gli rinnova il contratto.

Termina la carriera l'anno seguente nel Cremapergo in serie C2. Ritiratosi dal calcio giocato, intraprende la carriera di allenatore, guidando per sette stagioni le Rondinelle, dal 2000 al 2007.

Auguri Pirata!

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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