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Dopo errori e sfide, Cellino ha in mente un rilancio da serie A

L’imprenditore sardo entra nella sua quinta stagione bresciana con nuovi propositi
Uomo solo al comando: il presidente del Brescia Massimo Cellino - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Uomo solo al comando: il presidente del Brescia Massimo Cellino - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Massimo Cellino: un nome, un cognome, un ruolo e mille definizioni possibili. Non è facile, non lo è mai stato per nessuno, riuscire a catturare l’essenza dell’imprenditore di Cagliari che 4 anni fa - caduti il 10 agosto scorso - ha ufficialmente iniziato a guidare il Brescia cercando di farne una creatura a sua immagine e somiglianza. E non potrebbe essere altrimenti con uno degli ultimi presidenti-proprietari che concepisce la sua azienda come diretta emanazione: è lui, e solo lui, che ne decide le sorti con una gestione centralizzata e personalistica. Lui fa, lui disfa.

Un modo di fare e di agire che ha fatto le fortune del Cagliari e che ancora attende di sbocciare appieno al Brescia dove l’avventura di Cellino si è fin qui scontrata con un calcio che è cambiato (ed è in continua evoluzione) assieme ai riferimenti che il patròn del Brescia, resistente all’adattamento, ha sempre avuto. In tutto questo, si sono inserite anche le vicissitudini personali - con una pesante inchiesta giudiziaria a suo carico e l’infausto sopraggiungere dell’epoca Covid che ha generato inevitabili preoccupazioni sul fronte economico imponendo oculatezza nelle spese.

Ecco: la gestione economica ineccepibile, assieme agli investimenti per il centro sportivo di Torbole e per apportare migliorie allo stadio Rigamonti, rappresentano fino a qui il fiore all’occhiello dell’era celliniana. Che ancora però aspetta una consacrazione sul fronte sportivo dove i risultati sono stati troppo altalenanti. Sul bilancio dei risultati, in questo caso pesano le traversie delle ultime due annate, attraversate da tanti - troppi - terremoti tecnici sintomo della poca tranquillità di Cellino. Che tuttavia, uomo d’orgoglio, non intende arrendersi ai propri errori e alle delusioni collezionate e che per questa stagione - la sua quinta - ha iniziato a orchestrare il gran rilancio. Lo raccontano i fatti - da Inzaghi alle mosse di mercato già importanti -, non le parole. Non lo dice, ma lo pensa e lo vuole: il salto in serie A. Per un’idea di riscatto a 360°.

 

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