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Dare vita alla goleada non significa infierire sull’avversario

l capitombolo del Brescia, sommerso dalle reti sabato al San Nicola dal Bari, non è l’unico nella casistica dello sport e nemmeno resterà tale
I giocatori del Brescia a testa bassa dopo il ko col Bari - Foto © www.giornaledibrescia.it
I giocatori del Brescia a testa bassa dopo il ko col Bari - Foto © www.giornaledibrescia.it
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È giusto non infierire su un avversario ormai vinto oppure l’amaro calice va fatto bere sino in fondo? Esistono varie scuole di pensiero, a seconda dello sport.

Nel rugby, ad esempio, tirare i remi in barca, a risultato ormai acquisito, è considerato poco rispettoso verso gli avversari e anche molto pericoloso. Perché se non spingi più in mischia, vai troppo morbido su un placcaggio o su uno avversario non ti difendi, rischi di farti male. Nel volley o nel tennis è impossibile staccare la spina, perché la partita finisce solo se metti a terra l’ultimo pallone. Ricca la casistica di match ball sprecati e che poi sono costati la vittoria. Nel basket l’ultimo possesso palla, se hai vinto la partita, si trasforma in un palleggio infinito sino alla sirena, fra gli applausi di entrambe le tifoserie. Nel calcio si è visto di tutto.

Quando nel novembre 2006 dopo un 7-0 della sua Roma al Catania, l’allenatore Luciano Spalletti a fine gara andò a stringere la mano ai giocatori avversari c’è chi vi vide solo un gesto di ipocrisia. «Per tutta la partita -, lamentò l’indomani il presidente etneo Antonino Pulvirenti – spingeva i suoi a cercare altri gol e poi alla fine se n’è venuto fuori con quella sceneggiata». Nell’ottobre 2011, con un giocatore in meno l’Inter a un quarto d’ora dalla fine era sotto 0-3 in casa contro il Napoli: un fitto dialogo a centrocampo tra Zanetti e Lavezzi sembrò un tacito accordo a farla finita lì, e infatti da allora in poi sul campo non avvenne più nulla. Nella sfida di sabato a Bari, ci pare di non aver visto nulla di particolare a parte le battute dei tifosi (un pugliese alla fine del primo tempo: «Stiamo 3-0 ma io dopo la partita con la Spal, quando ci facemmo rimontare due reti,  non faccio più commenti e aspetto la fine”. Un tifoso delle rondinelle: «Abbiamo perso contro una squadra scarsa: 6 tiri e 6 gol». E cosa avrebbe dovuto fare di più?).

Il Bari ha spinto sino alla fine e i due gol, per quanto inutili, il Brescia è andato a costruirseli da solo e non sono sembrati regali. Sarà poco, comunque un segno di dignità mentre la nave sta affondando. In quanto al comportamento degli avversari, le immagini tv a fine partita parlano chiaro. Si avverte tensione tra i giocatori ospiti non senso di umiliazione, le strette di mano degli avversari sono leali, i loro volti esprimono gioia per la goleada non certo derisione per i vinti. Perché, si sa, una volta tocca a me e un’altra a te, nulla è più estemporaneo di una batosta, anzi può darti una scossa imprevedibile...

Nel dicembre 2019 il Milan crollò di schianto (5-0) in casa dell’Atalanta e  nessuno avrebbe osato scommettere un euro sul futuro di Pioli. Invece, in piena era Covid, la squadra inanellò una serie impressionate di vittorie, ponendo le basi per la qualificazione Champions del 2021 e dello scudetto 2022. Poi certo, oltre che saper perdere, bisogna anche saper vincere.

A noi non esce dalla testa un’immagine delle ultime spettacolari finali Nba. Alla quinta della sesta partita, imboccato un tunnel senza uscita, Jayson Tatum, l’asso di Boston, non mette più un canestro, la sfida è ormai persa, si avvia sconsolato in panchina quando incoccia in Draymond Green, che gli mostra ironicamente la palla, senza alcun rispetto verso il dramma personale che sta vivendo l’avversario. Togliendoci l’ultimo dubbio: il fuoriclasse di Golden State sarà sicuramente un grande giocatore ma in quella circostanza si è rivelato a nostro modo di vedere un piccolo uomo.

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