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Corioni nelle parole dei suoi ragazzi, da Baronio ai Filippini

Da Baronio ai Filippini, da Aimo Diana a Emiliano Viviano: così le ex rondinelle cresciute nell'era Corioni ricordano il pres
BARONIO, FILIPPINI E DIANA: IL NOSTRO GINO
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«Sono affranto, parte della mia vita calcistica se ne è andata». Parola di Roberto Baronio. Che di Gino Corioni ha un ricordo su tutti. «Ero un ragazzo, avevo 17 anni ed ero al mio primo contratto. Mi diede 4 milioni di lire. E mi disse: "Questi soldi tienili da parte. Vieni da una famiglia di operai, i tuoi non li vedono in un anno questi soldi. Speriamo che sia il primo contratto di una lunga serie».

Lezioni di vita e un atteggiamento di attenzione per i più giovani che ritorna nelle parole di Emanuele Filippini, anche lui cresciuto come il fratello Antonio tra le fila dei Gino's boys. «Non pensi mai che una persona così possa lasciarci. Il presidente Corioni era il presidente Corioni: per me e posso parlare anche per mio fratello - racconta Emanuele - è stato come un papà. Lo abbiamo avuto dal settore giovanile all'Ospitaletto fino al Brescia Calcio. Ci ha dato la possibilità di diventare professionisti, di giocare in serie A e di giocare con grandi campioni. E per questo lo ringrazio perché ci voleva anche tanto bene».


Non meno vibrante è il ricordo di Aimo Diana. Che pone un sigillo: «E' stato un Presidente con la P maiuscola. E ha fatto la storia del calcio a Brescia, non solo del Brescia Calcio».

«E' stato il più grande presidente del Brescia Calcio» gli fa quasi eco un'altra ex rondinella, Emiliano Viviano.

 

 

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