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Cisolla: la pallavolo, l'amore e il futuro

L’ex nazionale dell’Atlantide si racconta tra famiglia, volley ed enologia
Alberto Cisolla in campo - 
Foto Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
Alberto Cisolla in campo - Foto Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
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Di Alberto Cisolla come giocatore di pallavolo si sa tutto. Dai sette scudetti alle tre coppe dei campioni, vinti tutti con la Sisley Treviso, dall'argento delle Olimpiadi di Atene 2004 all'oro dell’Europeo 2005 che gli valse anche il titolo di Mvp della manifestazione, fino alla scelta di accasarsi all'Atlantide Brescia nelle ultime tre stagioni, maturata per avvicinarsi alla famiglia.

Lo schiacciatore trevigiano, quarant’anni all'anagrafe ma tenuta atletica da trentenne, si è sposato nel settembre 2004 con la salodiana Fanny Tiboni. «Ci siamo conosciuti nel 2002 a Milano Marittima - ricorda l’atleta -. Ero lì per il classico week end "ignorante" con Samuele Papi e Daniele Boninfante e invece ho conosciuto Fanny».

Un colpo di fulmine. «Ci siamo frequentati per qualche mese e poi subito è venuta a Treviso a vivere con me - continua lo schiacciatore dell'Atlantide - due anni di convivenza e poi il matrimonio nel Duomo di Salò. Siamo rimasti a Treviso fino al 2009, ultima mia stagione con la Sisley poi ci siamo trasferiti in pianta stabile a Salò, dove mia moglie porta avanti l'attività di ristorazione dei genitori sul lungolago».

«Di fatto mi sento bresciano acquisito» continua Cisolla, che nell'inflessione inizia a prendere anche la nostra cadenza. «Da tre anni collaboro con il ristorante pizzeria dei miei suoceri, occupandomi del rapporto con i fornitori mentre Fanny si occupa del servizio del pranzo. Devo dire che questa attività piace a entrambi e penso che sarà il nostro futuro. Voglio impegnarmi sempre di più in questo ambito che mi ha portato, tra l'altro, a poter approfondire un'altra mia grande passione, quella del vino».

Già perché Cisolla, all'epoca della Sisley, oltre a schiacciare amava dilettarsi con la scoperta di vitigni ed uvaggi: «Devo tanto in questo senso a campioni come Gardini, Bernardi e Tofoli che amavano frequentare bei posti - confida Cisolla -. Il preferito era Da Gigetto, ristorante al tempo stellato sulle colline di Treviso. Il titolare mi prese sotto la sua ala protettrice e rimasi folgorato dalla sua cantina». «Non sono sommelier - si schermisce il campione - sono ancora grezzo e devo fare ore di palestra in questo ambito prima di ritenermi esperto. Mi spinge la curiosità e approfitto della mia condizione... facendomi invitare nelle cantine».

Con la ristorazione che bussa alle porte è precluso un futuro nella pallavolo? «Non metto nessun aut aut - risponde - sarebbe stupido. Se gioco ancora a 40 anni è perché ho ancora la passione che avevo quando ne avevo 14. Un ruolo tecnico non lo vorrei ma un ruolo dirigenziale perché no? Con Brescia abbiamo sempre parlato di questa possibilità e mi farebbe piacere portarla avanti». Giocherà ancora il prossimo anno?

«Fino a che non faccio brutte figure voglio giocare - risponde Cisolla -. Riesco ancora a gestirmi molto bene, per cui se il fisico regge come sta facendo, l'anno prossimo sarò ancora in campo». Due parole doverose di commiato pensando a questa stagione: «É stata stupenda, sicuramente sopra le attese - conclude Alberto -. Il destino ci ha ripagato delle avversità dello scorso anno e ora siamo nella pool promozione con squadre molto più attrezzate della nostra. Cerchiamo di metterle in difficoltà fino all'ultimo e se arriveranno i play off sarà un successo».

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