Ciclismo, l’Otelli Juniores chiude a fine anno
La notizia circola nell’ambiente in maniera più o meno ufficiosa già da un mese, ma per gli amanti del ciclismo bresciano è egualmente un colpo al cuore. L’Aspiratori Otelli Juniores nella prossima stagione non sarà più in gruppo.
Vivaio di campioni
La squadra che da quasi 40 anni ha rappresentato un simbolo del ciclismo made in Brescia e uno dei vivai più importanti a livello nazionale lanciando verso i dilettanti e successivamente nei professionisti fior di corridori, alcuni diventati celebrati campioni (fra i più recenti cresciuti alla corte del team saretino Filippo Ganna, campione del mondo crono e oro olimpico su pista con il quartetto dell’inseguimento a Tokyo) chiude i battenti.
Per spiegare quello che ha rappresentato il team in questi anni basta ricordare che più del 50% dei professionisti bresciani attualmente in gruppo è passato dall’Otelli: Gazzoli (che con il team si è laureato campione d’Europa), Raccagni, Mareczko, Tagliani, Epis hanno indossato la casacca giallorossonera. A questi aggiungiamo che da Giovanissimo Scaroni, il nostro pro bresciano di punta, ha corso nell’Otelli. Scomparso prematuramente nel 2019 il suo fondatore Giancarlo che amava il ciclismo come pochi e non lesinava mai risorse per i suoi ragazzi, i figli Laura e Mauro hanno proseguito per qualche stagione l’attività in nome e ricordo del padre, ma nel frattempo è arrivata nel 2022/23 come una scure la tanto discussa riforma dello sport, fortemente penalizzante nei confronti delle associazioni sportive dilettantistiche (Asd).

La scure fiscale
Per una categoria internazionale come gli Juniores si sono aggiunte via via, un po’ dal Governo, un po’ da parte dell’Uci (la federazione mondiale che guida il ciclismo) delle regole e delle imposizioni fiscali snaturando il concetto di volontariato che per decenni ha sorretto questo mondo sportivo. Oggi uno Juniores di livello se percepisce un rimborso spese (ridotto a 5000 euro) o un emolumento finisce per incidere sull’Isee e lo stesso dicasi per un ds o meccanico. Senza parlare dei premi che vanno denunciati o delle bici acquistate e poi rivendute a fine stagione. Da considerare inoltre le spese: una squadra oggi di medio livello come l’Otelli costa (fra mezzi, personale, ritiri, trasferte, ecc..) più di centomila euro l’anno a fronte di un modesto premio di valorizzazione per i migliori che passano di categoria di 4-5 mila euro.
È un peccato che il sodalizio triumplino lasci il gruppo (continuerà però con Allievi ed Esordienti) per il valore sociale che comporta l’attività sportiva nei giovani come strumento per ridurre il disagio. Il ciclismo bresciano ora resta orfano.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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