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«Ciao grande mister»: il saluto degli Azzurri ad Azeglio Vicini

Da Ferrara a Zenga: i protagonisti di Italia '90 ricordano sui social l'ex ct Azeglio Vicini. Oggi i funerali in Duomo, alle 16.30
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Ciro Ferrara rivede ancora la scena, prima di quell’amichevole del giugno 1987. Si gioca Italia-Argentina, a Zurigo, e Vicini entra in camera per dargli l’annuncio: «Ciro oggi debutti». Poi, nell’uscire dalla stanza aggiunge: «Quasi dimenticavo, devi marcare Maradona».

È il ricordo condiviso da Ferrara su Instagram per salutare Azeglio Vicini, l’ex ct della Nazionale morto martedì sera a Brescia, dopo una lunga malattia. «Grazie per quello che hai dato a tutti noi #nottimagiche», aggiunge l’ex azzurro. 

Il funerale di Vicini si terrà questo pomeriggio a Brescia, in Duomo, alle 16.30. Nel frattempo sono diversi i giocatori di quella Nazionale, quella delle notti magiche di Italia ’90, a omaggiare il loro allenatore.

 

 

C’è Paolo Maldini che su Facebook lo ricorda come «grande Ct e uomo d’altri tempi», lui che con Vicini ha esordito in Nazionale, agli Europei e ai Mondiali, o Gianluca Pagliuca che lo saluta con un semplice «Ciao mister».

Roberto Mancini ringrazia il mister «per tutto quello che ci hai dato, sei stato un protagonista del calcio italiano», scrive su Instagram. «Un abbraccio ai familiari in questo momento di dolore».

 

 

Carlo Ancelotti, inoltre, ne parla come «grande maestro di sport e di vita». Un pensiero condiviso da Walter Zenga, un altro dei protagonisti di quella Nazionale: «Ciao grande mister, voglio pensare che da lassù continuerai a seguirci , a guidarci e a darci quegli insegnamenti che solo tu sapevi infonderci».

 

 

E poi c’è lui, Totò Schillaci, che grazie a Vicini è diventato uno dei giocatori più famosi del periodo. «È morta una persona che mi ha regalato popolarità e notorietà. L'80 per cento del mio successo lo devo a lui. Mi ha dato la Nazionale e mi ha fatto diventare Schillaci - le parole di Totò-gol - Io l'ho ripagato con i gol. Ricordo che, contro l'Austria, nella prima partita dei Mondiali, mi portò in panchina e, siccome non riuscivamo a sbloccare il risultato, mi chiamò, dicendomi: "Entra e fai gol, Totò". Amava i siciliani ed era un grande esperto di vino. Ricordo con affetto anche il suo vice Brighenti, un gran signore».

 

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