Vai Brescia: a Ferrara è sfida per la sopravvivenza
O tu, o io. Duello vero, come fosse il far west. O tu, o io. Dentro o fuori, l’ennesimo. Che il Brescia è riuscito a regalarsi grazie alla botta di vita che s’è dato contro la Ternana. Una boccata d’ossigeno - quella volée di Jallow - che ha significato tutto, perché altrimenti non ci sarebbe stata più vita. Ma che, eppure, può non aver significato nulla se oggi si tornerà al regime di cilecca perenne che è il mood base della stagione.
Consapevolezzza
È così e non potrebbe essere altrimenti: ogni partita può sempre essere l’ultima per tenere in vita quel minimo sindacale di speranza. Dopo oggi (il match contro la Spal è alle 14) ci saranno ancora 5 gare, ma se avrà un senso mettersi ad analizzare i pericoli della trasferta di Reggio Calabria e poi entrare nell’ottica della partita al Cosenza fino alla chiusura contro il Palermo, dipenderà sostanzialmente dai giochi di questa 33 giornata di B che, essenzialmente, è cruciale per la volata salvezza. Campo centrale Spal-Brescia, ma poi spicca anche un notevole Cosenza-Cittadella mentre il Perugia va a Genova e il Venezia aspetta il Palermo. Tutto molto interessante, ma tutto allo stesso tempo anche potenzialmente inutile se il Brescia non guarderà prima di tutto a se stesso e a come trovare il modo di stapparsi anche in trasferta, come non accade dal 10 settembre scorso. Sette mesi. Grandi, grandissimi, giganteschi e spaventosissimi numeri. Che statisticamente e anche in proiezione già condannano il Brescia.
Aspetti positivi
Però, a ben vedere, c’è anche un rovescio della medaglia: se una squadra che, appunto, non vince fuori casa da sette mesi (e quasi una settimana), se una squadra, che ha vinto 2 partite appena nelle ultime 26 e che era stata a secco qualcosa come 17 turni riesce ancora a essere in corsa almeno per un posto nei play out, significa che il campionato più mediocre di sempre ancora aspetta chiunque.
E allora, corroborati dalla prova di sostanza, di lotta e di sofferenza che il Brescia ha offerto contro la Ternana, non resta che inquadrarla da questa prospettiva. Ben sapendo che oggi in casa della Spal che invece viene dalla rotonda e precisa affermazione in casa del Benevento più moribondo di chiunque altro, servirà ben altro. Servirà quello spirito, quella tigna, quella voglia di soffrire tutti insieme come una settimana fa. Ma va abbandonata la paura: si può solo abbracciare il coraggio dentro una battaglia che sarà di intensità e fisicità. Dentro la quale perciò non potranno essere concessi abbassamenti di ritmo o di perimetro d’azione. C’è un filo sottilissimo che tiene il Brescia a -3 (ma in realtà per lo svantaggio negli scontri diretti il gap dal Perugia è di 4 punti) dai play out e non spezzarlo passa prima di tutto dal non perdere, naturalmente, ma soprattutto dal vincere. Vincere: bisogna giocare per vincere.
Cavalcando l’onda del Cistana ritrovato seppur probabilmente non al 100%, la scia dell’aver riscoperto un gruppo con dentro forme di vita anche in chi fino a chi è stato comprimario assoluto: in tempo utile visto che come già con la Ternana, anche oggi le rotazioni saranno limitatissime.
Oggi il Brescia avrà tra i più temuti in Radja Nainggolan, figura che appartiene al passato felice - anche da scopritore vero di talenti - di un Massimo Cellino che si ritrova al centro della scena mediatica per aver reso un’intervista a Report in cui svela aneddoti anche scioccanti relativi al mondo del calcio post calciopoli. Si tratta di una anticipazione di una intervista che Cellino rilasciò in realtà mesi fa: al di là del merito delle rivelazioni scottanti, la tempistica della messa in onda non è proprio l’ideale per un Brescia già di suo in un’autobufera. Ma tant’è, avanti puntando anche sui timidi progressi nel gioco che si sono visti sabato scorso. O tu, o io. Non ci si scappa proprio più.
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