Tra scoperte e ritrovamenti il Brescia si sta facendo grande

Lassù, in terza piazza, si sta un gran bene. Con un salto nell’élite del campionato frutto del più classico dei colpi grossi. Scacco matto all’attesa regina che però sta ancora cercando in giro la corona Cremonese.
Saliscendi
Terza vittima illustre di un avvio di stagione che per il Brescia è stato di saliscendi: ma quando la squadra di Maran è nella fase del «sali», sono ogni volta brividi felini. E speciali. E quando pensi che di meglio della vittoria col Palermo non possa esserci nulla, ecco la vittoria con il Frosinone che interviene a ridefinire quel concetto di «meglio». Ma poi, ecco il derby con la Cremonese e siamo di nuovo qui ad aggiornare il repertorio delle aspettative biancazzurre.
Si sarebbe potuto soffrire di meno, certo. Ma si sarebbe anche potuto godere molto meno. E magari (però può essere il senno del poi con lieto fine che ci fa esprimere così) senza un finale di sofferenza e resistenza - di quelli che ci han fatto ricordare che siamo bresciani, nati per battagliare - quella pennellata d’autore da tre punti non avrebbe lo stesso gusto epico.

Oltre al terzo posto, oltre al nuovo record stagionale di pubblico (quasi 9.500 spettatori, cosa resta del lunedì sera «alla discoteca» di Mompiano?
Risposte
Intanto, il nuovo ed ennesimo indizio della teoria di inizio stagione: sulla carta il Brescia è inferiore ad almeno 4-5 squadre, ma nella pratica è una squadra che con i suoi big al posto giusto, può dare fastidio a chicchessia. Maran e i suoi ragazzi, sanno da sempre - dagli albori del percorso anno - che il ruolo di rompi scatole si addice in pieno al Brescia. Però, ogni volta è un’aggiunta di qualcosa. Intanto, abbiamo anche capito che dopo un rovescio (eccezion fatta per l’uno-due ravvicinato Cittadella-Reggio Emilia), o quando emergono situazioni «al pelo» - insomma: quando è il momento - Bisoli e compagni trovano sempre il modo di pescare la carta della reazione e delle risposte: gli eventuali malesseri vengono curati prima che possa esserci il rischio di sviluppare patologie.
E se a suo tempo il blitz di Bolzano servì per mettere i puntini sulle «i» e capire che c’è un modo anche per venire a capo delle squadre fisiche e chiuse della B, la vittoria contro la Cremonese campionessa sul mercato (e che in campo, nella ripresa, tra un Vandeputte un Barbieri un De Luca e un Pickel ha buttato qualcosa come 8-9 milioni di euro di investimenti) ha dato la prova che competere con chi ne ha di oggettivamente di più in tutto, è realmente possibile giocarsela alla pari (e come sarebbe bello rigiocarsela col Pisa, oltre che con un arbitro «centrato», a pieno regime...).
Valutazioni
Benzina che può e deve scatenare un nuovo incendio d’autostima. Certo, resta «qui» quel secondo tempo in cui s’è scherzato un po’ troppo con le coronarie tra ossigeno in calo, appuntabili letture gestionali e ingressi non al top (vedi Bertagnoli) e risorse (come sopra elencato) dell’avversaria.
Ma resta anche che negli ultimi caldissimi minuti, il Brescia è riuscito - tra piccole malizie e sangue freddo - a evitare un assedio. Non è un dettaglio. Semmai, è un altro segnale di crescita - con ancora margini, che devono comprendere anche un maggior equilibrio tra le due frazioni - avvenuto tra scoperte e ritrovamenti. Le scoperte: quelle degli stranieri Matthias Verreth (play «d’altri tempi), sintesi perfetta tra qulità e quantità e di Ante Juric, leone vero e senza paura. Più, mettiamoci i progressi del «fatto in casa» Nuamah che nemmeno lunedì ha sbagliato l’ingresso.

Poi, i ritrovamenti. A partire da Borrelli in gol (un bellissimo gol alla Caracciolo) che gli serve per acquisire maggior fiducia sulla strada della ricerca della miglior condizione per arrivare a un Olzer che così di fioretto e di spada, così continuo e strategico non avevamo visto mai in tre anni per lui tribolati e che sembrava quasi pronto per essere «scaricato». Maran - altro punto fermissimo, il vero faro - in Jack ha invece sempre creduto e ha insistito. E ora, insieme al Brescia, inizia a raccogliere i frutti della pazienza. A proposito di ritrovamenti, Jack ha fatto da trequartista nel vecchio 4-3-1-2, quello che per molti anni abbiamo definito come il modulo «aziendale»: con la Cremonese ha pagato i suoi dividendi. Ma numeri a parte, da evidenziare c’è che il Brescia sta svoltando, o ha svoltato, con le due punte. Quanti spunti, quanto Brescia. E adesso, inizia la caccia alla continuità.
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