Calcio

«Südtirol in B? Miracolo, ma non vogliamo il derby col Brescia»

L’auspicio del tecnico Javorcic bresciano d'adozione e dell’attaccante bresciano Galuppini, protagonisti col ds Bravo di San Zeno
Ivan Javorcic brinda al suo Südtirol - Foto tratta dal profilo Instagram del Südtirol
Ivan Javorcic brinda al suo Südtirol - Foto tratta dal profilo Instagram del Südtirol
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«Il derby con il Brescia? No, grazie. Vogliamo le Rondinelle in Serie A». Nel trionfo del Südtirol, che l’altroieri ha conquistato la cadetteria compiendo un vero e proprio miracolo, c’è tanta Leonessa: il diesse è Paolo Bravo, l’allenatore è Ivan Javorcic, mentre uno degli attaccanti è Francesco Galuppini. In tutti e tre, in un modo o nell’altro, scorre sangue bresciano.

La prossima stagione, se il mercato estivo non stravolgerà l’organigramma e la rosa degli altoatesini, li ritroveremo in serie B e sono pronti ad essere protagonisti anche in cadetteria. Per Bravo e Javorcic non sarà però la prima volta: il primo ci ha giocato con Como, Alzano, Siena e Rimini; mentre il secondo lo ha fatto con le rondinelle, con Crotone e Arezzo. Il croato ha anche già allenato in B il Brescia, insieme a Salvatore Giunta, per quattro partite, dal 15 dicembre 2014 al 31 gennaio 2015.

Javorcic: «Tanti attestati da ex rondinelle»

Da più di 25 anni Ivan vive nella nostra città, con la quale ha un legame molto stretto. «Sono felicissimo di aver ottenuto la promozione con il Südtirol - ci racconta all’indomani della grande impresa -, ho ricevuto tantissimi attestati di stima, anche da parte di miei vecchi compagni del Brescia, come i gemelli Filippini. Per via dei tanti impegni, quest’anno non ho potuto seguire il Brescia dal vivo, ma da tifoso ho sempre controllato i risultati. C’è chi dice che l’anno prossimo potrò finalmente disputare il mio derby personale. Meglio di no, rispondo io. Preferirei vedere i biancoblù in Serie A».

Galuppini: «Una gioia incredibile»

Bresciano doc, di Urago Mella, è invece Francesco Galuppini. Classe ’93, cresciuto nella Sampdoria e passato anche da Lumezzane, FeralpiSalò e Ciliverghe, ha vissuto due stagioni e mezza d’oro con il Renate, prima di essere ingaggiato, lo scorso gennaio, dal Südtirol. Con le pantere nerazzurre aveva realizzato 14 reti in 20 gare.

In Alto Adige non è invece riuscito ad andare a segno, ma ha comunque fornito due assist, contribuendo alla promozione: «Per me è una gioia incredibile - racconta Galuppini -, perché dopo tanta C speravo di arrivare in B. Il mio sogno, però era di farlo con la maglia del Brescia. Sono un grandissimo tifoso delle rondinelle e anche quest’anno, quando gli impegni me lo hanno permesso, sono stato sugli spalti del Rigamonti a tifare per la squadra della mia città. Non vedo l’ora di ritornare allo stadio, per farlo di nuovo in questo finale di stagione. Il derby dell’anno prossimo? Spero che non ci sia, perché significherebbe che i biancoblù non sono riusciti a salire in serie A».

Bravo: «È il momento di festeggiare»

Ultimo, ma sicuramente non per importanza, il direttore sportivo Paolo Bravo, che da Odolo si è trasferito a San Zeno prima di fare il vagabondo del calcio (così si definisce lui), finendo poi per stabilirsi a Rimini. È il vero artefice del miracolo del Südtirol, di cui è dirigente dal 2018. Spesso torna nel Bresciano per far visita alla sorella, passando poi dal Rigamonti, dove quest’anno ha visto parecchie partite. Il derby, se ci sarà, avrà sicuramente un sapore speciale per lui, che né da giocatore, né da dirigente è riuscito ad essere protagonista nella città natale. «Per ora, però - ha detto -, è il momento di festeggiare. Abbiamo scelto una strada un po’ più lunga del normale, fatta di programmazione e tanta pazienza. I sacrifici però ci hanno portato a fare qualcosa di straordinario».

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