Brescia, recupero ancora fatale per un pareggio che sa di sconfitta

È troppo. Troppo di tutto. Troppi harakiri nei minuti finali, troppe macchie arbitrali a impensierire, troppi errori micidiali e ingiustificabili da chi non ti aspetti, troppa pochezza. Sbagliare è umano, perseverare è diabolico. E così il Brescia è finito nuovamente in una pentola senza riuscire a metterci il coperchio. Resta solo la pressione di un quint’ultimo posto che tuttavia, a quota 35 insieme ad altre tre squadre, oggi varrebbe la salvezza. Consolazione tirata per i capelli anche perché nel frattempo è tornata pienamente in gioco la Salernitana.
Saldo negativo
E così, tornando a ieri, sono stati lasciati, al 93’, due punti pesanti come piombo. Esattamente come una settimana fa se n’era andato, al 95’, un punto altrettanto piombato. Per un saldo di -3 in due scontri diretti consecutivi. Ancora tu, maledetto Cosenza, ancora voi maledetti minuti di recupero. E nel rimuginare stracciandosi le vesti, dentro la testa passa di tutto. Innanzitutto, passa l’imperdonabile espulsione di Cistana che al 38’ ha lasciato il Brescia in dieci. Reo, il vice capitano, di un’entrata assurda su Cimino in una situazione di totale sicurezza e col giocatore addirittura intento a indietreggiare.
Sofferenza e beffa
I biancazzurri sono stati così costretti a una ripresa di pura sofferenza, e comunque – in una partita di rari nulla tecnico e intensità – sempre più o meno controllata. Fino alla sciagurata azione finale, secondo flash a togliere il sonno, in cui Bisoli s’inventa un rinvio in tuffo di testa in area con la palla a rimbalzare sullo stinco di Dalle Mura che così spiana la strada al piattone del subentrato Zilli a fissare l’1-1. E ancora: ecco comparire l’immagine del braccio di Venturi su colpo di testa di Borrelli. Il tutto in area. Per un rigore clamoroso non ravvisato da Prontera e nemmeno dal Var. In aggiunta: pestone di Sgarbi su Borrelli sul quale si sorvola bellamente. Poi: l’incredibile autogol col quale Florenzi, al 26’, nell’intento di anticipare Borrelli (gran protagonista), spedisce il pallone nella propria rete.

L’episodio chiave
Episodi sui quali ha vissuto una partita davvero brutta e con pochi sussulti. Occasioni ancor meno. Zero, per dire, i tiri in porta da parte di Bisoli e compagni. Ai quali però stava bastando una partita di presenza e di pericoli più o meno importanti creati da palle inattive per portarsi a casa la posta grossa. La verità vera è che quell’espulsione di Cistana (per qualcuno un «arancione», ma il rosso non è apparso affatto fuori luogo) ha fatto la differenza. Perché se il primo tempo – affrontato con un piano partita «conservativo» – nonostante difficoltà nella manovra (il Brescia ha provato soprattutto a sfruttare le spaziature sulla sua sinistra e a giocare sui centimetri di Borrelli) è stato portato via senza problemi (solo un intervento, non banale, di Lezzerini) e senza che il Cosenza desse l’idea di poter cambiare marcia pur avendo l’uomo in più, la ripresa ha detto altro.
Ha detto di cambi che sul pronti-via hanno dato subito qualcosa alla squadra di casa. Ciervo a destra come i suoi cross è diventato una mina vagante e Mazzocchi ha portato vitalità in avanti. Il Brescia si è così consegnato a una partita solo difensiva mettendo il becco fuori dalla propria area in maniera significativa solo in una circostanza. Ovvero quando, al 13’, Borrelli s’è preso una punizione dal limite. Poi solo contenimento facendolo tutto sommato bene e tirando un sospiro di sollievo per la traversa colpita da Mazzocchi al 15’. Via a scorrimento veloce col tempo di constatare il rendimento delle panchine: decisiva quella del Cosenza, nulla quella del Brescia che tra le uscite di Besaggio e Borrelli ha perso ulteriori metri. E certezze. E due punti. Troppo di tutto.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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