Calcio

Scommesse, Cellino: «Per me Sandro resta un bravo ragazzo»

Il presidente del Brescia Calcio parla del caso delle puntate sul calcio in cui è coinvolto Tonali: «Forse non sono stato un buon padre»
Massimo Cellino in panchina con Giorgio Perinetti - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino in panchina con Giorgio Perinetti - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Il «caso scommesse», pur dalle dimensioni ancora indefinite, dai contorni ancora per nulla chiari, impone - o imporrà - delle riflessioni che siano ragionate e non «di pancia» come appaiono ora a botta a calda, nel momento dello choc. Uno choc che colpisce in particolar modo Brescia, dove il nome di Sandro Tonali ha un significato speciale perché è qui che uno dei maggiori talenti del calcio italiano dei tempi recenti è sbocciato lasciando il segno, perché è considerato un figlio bresciano adottivo (e anche la sua compagna è bresciana), perché la sua cessione al Milan ha lasciato una eredità importante al club a livello economico.

I bresciani, insomma, ci sono rimasti male nell’apprendere del coinvolgimento di Tonali in una faccenda scottante a maggior ragione perché il giocatore ha ammesso di aver scommesso non solo sul calcio, ma anche sul Milan quando ne era un tesserato.

Tra chi è rimasto colpito dai fatti, lo stesso presidente del Brescia Massimo Cellino: «Un giornalista inglese del Daily Mail - commenta il presidente - mi ha chiesto cosa penso di tutto questo visto che Sandro di me ha sempre detto che mi considera un padre. Forse però non sono stato tanto un buon padre se Sandro ha o ha avuto delle difficoltà. Tuttavia in una vicenda ancora da capire bene non mi sento di dire più di tanto partendo peraltro dal presupposto che io nemmeno so come si scommette. Voglio prima capire bene tutto quanto. Ma una cosa in tante domande che mi faccio e le informazioni che cerco di raccogliere per avere un quadro la so: Sandro per me resta un bravo ragazzo, un ragazzo pulito».

Cellino allarga il raggio delle sue considerazioni: «Tutti pensano che i giocatori, specie quelli con certi ingaggi, facciano a prescindere una bella vita. Certo hanno possibilità a livello materiale, ma si tratta spesso anche di ragazzi molto giovani, lontani da casa, che stanno tanto tempo da soli e che si annoiano molto... Non saprei in realtà come "giustificare" e non cerco di farlo. Però lo ripeto per quanto riguarda Sandro: io so che è un bravo ragazzo». Che in Inghilterra difendono e proteggono quasi a spada tratta... «Di sicuro il nostro calcio è sempre molto bravo a farsi del male da solo spesso mettendo alla gogna tutto e tutti e rovinandosi anche a livello di immagine. Ma questo lo dico in generale... Quanto al tema in esame, qui in Italia dove le scommesse incidono ancora in una bassa percentuale, forse il 5%, sulle entrate del calcio se è così vero che ci sono tanti ragazzi che scommettono cosa dovrebbe essere in Inghilterra dove moltissimo se non tutto è basato sulle scommesse? Eppure non è mai uscito nulla in tal senso». 

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