Calcio

Road map di 5 giorni per portare il Brescia a sciogliere tutti i dubbi

Venerdì il consiglio federale decisivo per la riammissione in B (che è già nelle cose), poi via al progetto sportivo
Massimo Cellino - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - Gabriele Strada /Neg © www.giornaledibrescia.it
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In un modo o nell’altro, se di mezzo c’è il Brescia, riuscire a parlare di calcio in senso stretto è sempre una vera impresa. Perlomeno stavolta la ragione è più che valida: il progetto sportivo è ancora in sospeso causa battaglia per la riammissione in serie B. Se venerdì scorso il club di via Solferino ha portato a casa «gara 1» con una vittoria addirittura per 2-0 su Reggina e Lecco grazie ai pareri negativi della Covisoc in merito all’iscrizione in cadetteria dei due club, venerdì prossimo si può addirittura chiudere la serie: c’è il consiglio federale che ratificherà chi ha diritto a essere iscritto ai campionati professionistici deliberando anche le eventuali riammesse.

Di mezzo, da qui al 7 luglio, 5 giorni nei quali tenere la guardia non alta, ma altissima, stando attenti a ogni movimento e uscita mediatica dietro la quale si possono celare mosse e indicazioni politiche. In particolare giovedì sarà un giorno clou perché le commissioni discuteranno i ricorsi delle escluse.

Già in sede Covisoc, su Reggina e Lecco c’era stata battaglia e divisione nel collegio «giudicante» quindi, appunto, occorre rimanere sul pezzo per evitare sorprese. Ma a prescindere, il Brescia (al quale basta che resti fuori anche solo una squadra) si sente sicuro e forte delle proprie ragioni all’interno di una strategia legale ben giocata e della quale va dato atto a Massimo Cellino nonché al dg Luigi Micheli già da tempi non sospetti al lavoro sul dossier Reggina e dal quale è arrivata la spinta primaria a ingaggiare un corpo a corpo. Dato al Brescia quel che è del Brescia dopo il consiglio federale, si aprirà eventualmente la stagione dei ricorsi che porteranno fino al consiglio di stato, ma se venerdì il club di via Solferino sarà riammesso, gli oneri di rovesciare il piano spetterà ad altri. Con tanti saluti a tutti.

Considerazioni

Il breve conto alla rovescia che si è innescato, è pressoché definitivo. Ma vale su tutti i fronti perché non si può andare oltre nemmeno sulla pianificazione di una stagione sportiva alla quale fino a qui il direttore sportivo Renzo Castagnini ha lavorato soltanto sottotraccia. Allacciando contatti, rispondendo alle telefonate degli agenti, sondando il mercato, facendosi un’idea personale sulla rosa e sull’indirizzo tecnico da prendere. Per la panchina, due i nomi che si sono stagliati su tutti: quelli di Massimiliano Alvini e quello di Luca D’Angelo.

Il primo è promesso allo Spezia, entro 48 ore ci dovrebbe essere la fumata bianca ma Alvini non trova l’accordo di uscita dall’annuale di 380.000 euro con la Cremonese. E attenzione: perché da più parti c’è chi sostiene che in ultimo, se lo stallo perdurerà, lo Spezia potrebbe virare su Pippo Inzaghi che si libererà in ogni caso dalla Reggina. Quanto a D’Angelo, pure lui è ancora legato al Pisa e pure lui ha un ingaggio pesante. Tutto dipende dalla volontà di Cellino al quale tutti e due i profili sono tecnicamente graditi. Ma il presidente del Brescia è ancora in fase «poker face»: lascia che Castagnini porti avanti i contatti (se non ci fosse il benestare il diesse non potrebbe agire nemmeno in tal senso), ma in cuor suo la soluzione c’è già ed è low cost. E si chiama Daniele Gastaldello. Col quale finora ha parlato a più riprese solo Castagnini. Insomma: Cellino non è ancora sceso davvero in pista sul tema (né su questo, né su altri: i giocatori non hanno ancora ricevuto informazioni nemmeno su un ipotetico raduno anche se informalmente circolano le date del fine settimana 15-16 luglio).

Mosse

Il fatto che il club è segnalato attivo nella ricerca di un preparatore dei portieri (è arrivato a scadenza il contratto di Alessandro Vitrani) fa pensare che si voglia costruire un nuovo staff per Gastaldello. Ma il dado non è ancora tratto. Regna incertezza che certo l’ultima uscita di Cellino - «il futuro del Brescia non mi appartiene più» - non ha contribuito a dissipare. Anzi. In un quadro già di nebbia (nessuno peraltro ha ancora voluto analizzare i fattacci della passata stagione e non si può pensare a un colpo di spugna, perché nemmeno una riammissione cancellerebbe un’annata terrificante), il grigio è diventato ancora più grigio.

Se Cellino ha davvero in mente di vendere, è chiaro che non appesantire i conti societari per lasciare la palla ai successori sarebbe obiettivo primario e faro guida nell’impostazione della stagione. Ma sta di fatto, che se anche il futuro non appartiene più a Cellino, il presente sì. E quale sia il suo fine ultimo, quali che siano le situazioni verso una cessione che possono decollare o meno, vanno fatte valutazioni corrette anche sotto il profilo ambientale. Si può pensare di ripartire da Gastaldello già inviso e reduce da una retrocessione (per quanto avesse riattivato la squadra) e dalla stessa ossatura? Si può ripartire dai soliti schemi in un clima di sfida continua presidente-piazza? Ovviamente la risposta è no. La road map deve prevedere anche una tappa che porti a un briciolo di chiarezza. 

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