Riaffollare gli stadi: così il tifoso può tornare protagonista

La scorsa settimana Aurelio De Laurentiis, in un’intervista a Dazn, ha definito i tifosi del Napoli che gli chiedono lo scudetto «depressi che tutta la settimana sono vessati da datori di lavoro, mogli e amanti e cercano nel calcio uno sfogo». Una visione delle cose che ci riporta al «panem et circenses» dell’antica Roma, non più inquadrabile nella società moderna perché – per usare un linguaggio anni Settanta – la vittoria nell’ultimo Europeo dell’Italia nel 2021 vide festeggiare assieme oppressi e sfruttatori e, se proprio vogliamo buttarla in politica, quando Silvio Berlusconi si candidò come leader del centrodestra, i rossoneri di sinistra del Milan non abbandonarono certo la loro fede, ripagati tra l’altro da grandi soddisfazioni. La passione calcistica segue altri sentieri, del tutto irrazionali, è una dolce follia che ci accompagna sin da bambini e considerarlo ancora l’oppio dei popoli è anacronistico.
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Oggi si paga tutto, persino l’ingresso alle amichevoli estive e i tifosi si sentono ai margini del progetto. E allora c’è una sola strada per tornare protagonisti ed è riaffollare gli stadi, ora che ci è concesso dopo due anni di limitazioni sanitarie.
È l’unico modo per contare di più e far sentire la propria voce e questo riguarda anche i i sostenitori delle rondinelle, in preoccupante fase di disimpegno dopo la delusione per la mancata promozione diretta in serie A. Anni fa, quando fu scongiurato il fallimento, gli appassionati di calcio risposero alla grande, riempiendo il Rigamonti più di quanto fosse successo negli ultimi anni della gestione Corioni. Sabato, contro il Perugia, nella prima sfida dei play off, non c’è che da riannodare un filo bruscamente spezzato la sera di Brescia-Spal dal gol nel recupero di Latte Lath. Quella sera Mompiano stava vivendo una serata di estasi – cominciata col commovente addio al calcio di Caracciolo e proseguita con l’1-0 di Tramoni –prima della mazzata finale. in fondo nulla è ancora compromesso e ci sono tutte le condizioni per riviverla, con un esito diverso. Con i tifosi, però, in prima fila. E non in poltrona o sul divano ma allo stadio Mario Rigamonti.
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