Pasini: «Alla FeralpiSalò chiedo solo la salvezza per un compleanno da serie B»

«In serie C abbiamo vinto con la forza del gruppo, indipendentemente dal fatto che a Salò il pubblico è numericamente ridotto. In serie B dovremo essere bravi a fare la stessa cosa».
Giuseppe Pasini, presidente della FeralpiSalò, oggi compie 62 anni, è reduce dall’aver visto i suoi perdere 2-1 in Coppa Italia sul campo di un grande Torino ed ancor prima dall’aver guidato la sua squadra sulla collina di Superga (dal tecnico al magazziniere, cosa che anche i tifosi granata hanno apprezzato notevolmente) per rendere omaggio al Grande Torino e, soprattutto, domenica sera al Tardini di Parma assisterà all’esordio dei suoi verdeblù nel campionato di serie B.
Che regalo ha chiesto?
«La squadra sa che abbiamo un solo obiettivo, che è quello di raggiungere la salvezza, ma per fare ciò dovremo ambientarci al più presto in questa nuova categoria, cosa che non sarà per nulla facile».
Da più parti si dice e si scrive che Cittadella e Südtirol devono essere i vostri punti di riferimento: è d’accordo?
«Anche per dimensioni del paese, il Cittadella è la società più simile a noi, per quanto abbia un’esperienza notevolmente maggiore. Il Südtirol ha già un’altra dimensione, anche se è solo al secondo anno in B: però avete visto cosa è stato capace di fare all’esordio tra i cadetti».
Sarà una stagione molto diversa dalle ultime dei verdeblù...
«Purtroppo dovremo abituarci a qualche sconfitta in più, e magari il presidente dovrà essere il più bravo di tutti a smaltirle a dovere. D’altra parte il salto di categoria c’è ed è evidente non solo nei nomi delle squadre che andremo ad affrontare: qui cambia tutto, ce ne siamo accorti nelle assemblee di Lega di serie B, nelle quali abbiamo visto arrivare società con presidente ed amministratore delegato accompagnati dai legali e dai consulenti del club».
Una Lega che però ha accolto Pasini al meglio, al punto che il presidente Balata lo ha subito voluto al suo fianco in qualità di consigliere...
«Avevo già ricoperto questo ruolo in Lega Pro, poi fino a giugno sono stato in Consiglio federale. Evidentemente sanno che contributo posso dare, vista la mia storia come dirigente sportivo e quella imprenditoriale, così mi hanno eletto».
A proposito di imprenditori: in serie B tanti club hanno proprietà straniera...
«È il segnale dei tempi che cambiano. Iniziamo la stagione affrontando subito due di questi, Parma e Palermo, poi troveremo Venezia, Como e Spezia. L’entrata in campo dei fondi stranieri ci fa capire che la serie B è tutto un altro pianeta, non si può scherzare per non fare brutte figure».
Anche perché la sua squadra porta il nome della società capofila del gruppo, la Feralpi...
«E tra l’altro siamo l’unica che ha nel nome della squadra anche quello dello sponsor. Vi racconto questa: in una degli ultimi incontri in Confindustria più di uno mi ha chiesto ’come va la Feralpi’ ed io ho iniziato a rispondere parlando della società di Lonato, ma sono stato interrotto dagli interlocutori che invece volevano sapere della squadra di serie B. La nostra promozione ha avuto un notevole risalto anche fuori dagli ambienti prettamente sportivi e questo dimostra che tipo di volano sia il calcio. Non dimentichiamoci che il prodotto serie B viene venduto in oltre 60 Paesi al mondo».
È soddisfatto del precampionato della squadra e di come sta crescendo?
«Sono contento del lavoro del direttore sportivo Ferretti, che è giovane ma sta operando al meglio seguendo le indicazioni del tecnico. A proposito di Stefano Vecchi, vi dico che quando ci siamo visti la prima volta per conoscerci in vista del suo arrivo a Salò, non era convintissimo di poter un giorno tornare ad allenare in serie B, dopo la stagione di Carpi e quella più sfortunata di Venezia. Adesso, invece, ha un’altra chance, l’ha meritata ed è molto carico. Tra l’altro la promozione è arrivata nell’anno in cui meno ce la aspettavamo, viste le corazzate che avevamo di fronte. È però il frutto del lavoro svolto negli anni, di un progetto di sostenibilità che abbiamo sempre perseguito».
Un progetto che in serie B...?
«Se riusciamo a salvarci, possiamo provare a crescere, ma non vuol dire che poi inizieremo a sognare la serie A (e qui Pasini sorride; ndr); adesso, però, pensiamo solo a salvarci».
L’8 aprile la festa per la promozione in B, il 20 agosto l’esordio tra i cadetti: avete fatto grandi feste?
«Io ho smesso di fare festa la sera stessa, quando ho iniziato a pensare quel che bisognava fare per la serie B. Ed ho ripensato anche ai momenti difficili passati in C, soprattutto negli anni nei quali ho speso di più, senza raccogliere questi risultati, ma soprattutto vedendo che non c’era amalgama nello spogliatoio, e questa era la cosa che più mi dava fastidio. Non sono un presidente molto presente, visto il lavoro che ho, penso alla squadra soprattutto di notte ed è forse per questo che dormo poco. Ed ora c’è da pensare alla serie B...».
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