Calcio

Ospitaletto, il ritorno: «Rinverditi i fasti imparando a soffrire»

Stefano Zanotti
Grazie a bravura e perseveranza dopo 25 anni torna in serie D. Taini, Quaresmini e i Musso analizzano la cavalcata
L'esultanza dei giocatori dell'Ospitaletto per la promozione - Foto New Reporter Scaroni © www.giornaledibrescia.it
L'esultanza dei giocatori dell'Ospitaletto per la promozione - Foto New Reporter Scaroni © www.giornaledibrescia.it
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Testa e cuore. Sono questi i segreti del successo dell’Ospitaletto. L’ha affermato domenica, a caldo, il capitano Antonio Giosa, e l’hanno ripetuto in coro i dirigenti e l’allenatore Andrea Quaresmini a mente fredda.

Il discorso può apparire retorico, ma sarebbe quantomeno un azzardo contraddire chi da due anni domina in Eccellenza e nell’ultima stagione l’ha fatto con la consapevolezza della propria forza. Gli orange si erano posti un obiettivo e l’hanno conquistato, passo dopo passo, senza mai nascondersi: caratteristica di chi è vincente, ma è anche consapevole che vincere non è mai facile.

A distanza di 25 anni l’Ospitaletto torna in serie D. Al tempo era iniziata la discesa che avrebbe portato al fallimento, ora si sta compiendo la risalita verso il professionismo. «Per me è un amarcord – racconta il presidente Giuseppe Taini –. Ero sindaco quando la squadra venne promossa per la prima volta in C2. Volevamo rinverdire i fasti del passato ed esserci riusciti è una bella soddisfazione. Grazie all’arrivo dei Musso abbiamo dato un’accelerata. Nei prossimi quindici giorni definiremo gli obiettivi: credo comunque che il primo anno servirà per acclimatarci. Intanto ringraziamo l’amministrazione per l’ammodernamento allo stadio».

Quel qualcosa in più, utile per fare la differenza, si è concretizzato dunque con l’approdo in società di Sandro Musso. È lui la mente di un gruppo vincente che non smette di stupire. «Quest’anno c’erano avversari molto forti, ma siamo stati bravi a capire che la differenza si fa soprattutto con la testa – precisa il presidente onorario –. Con Taini e con tutta la dirigenza il rapporto è stato ottimo: nei momenti di difficoltà ci siamo stretti attorno alla squadra e abbiamo dimostrato che la passione compensa la mancanza di forze e di energie». Ci sono ancora tante pagine da scrivere, ma forse Sandro Musso ha trovato casa. «Io vivo dove ci sono emozioni – prosegue –: in serie D dovremmo rivedere un gruppo al quale sono molto affezionato e non sarebbe per nulla una scelta facile».

Giocatori o allenatore? Nell’eterno dibattito tra chi sia più importante per vincere l’Ospitaletto si è preso tutto, scegliendo un rosa di valore e un tecnico preparato. «Avere a disposizione giocatori con qualità umane eccezionali è fondamentale – sottolinea il diesse Paolo Musso –. Non abbiamo mai nascosto di voler vincere e questo, naturalmente, crea delle pressioni. Quando c’è stata una flessione il gruppo ha risposto alla grande. Con costanza è tornato a vincere».

Il direttore sportivo sgombra i dubbi sul futuro e ragiona già sul prossimo campionato. «Sono sicuro che proseguiremo insieme, ma certamente non saremo una squadra candidata a vincere il campionato – conferma –. I ragazzi possono fare la serie D: servirà però molta consapevolezza».

Giocatori forti, certo, ma gestisti da un allenatore che ha ottenuto la terza promozione consecutiva e continua ad avere fame di vittorie. «Siamo stati veramente bravi – evidenzia Quaresmini –: ho sempre creduto nei miei ragazzi e anche quando c’è stata la crisi sapevo che ne saremmo usciti. A Ospitaletto sto bene. Taini è una persona squisita e da anni lavoro piacevolmente con la famiglia Musso: mi farebbe piacere allenare qui anche in serie D, ma devo ragionare con la società sugli obiettivi». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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