Mercato, pubblico e conti: i fronti del Brescia e di Cellino

Nella bolla di Torbole Casaglia fila tutto liscissimo: in casa va tutto bene, tra le mura dello spogliatoio l’aria che si respira è quella dei giorni migliori e anche la svolta sulla linea della continuità impressa, a sorpresa, mesi or sono da Massimo Cellino senza dubbio incide sul clima e sulle prospettive.
Dunque, qualunque sia l’«incantesimo» sotto il quale il presidente si ritrova, l’auspicio è che non svanisca. E che induca a compiere le scelte che vanno necessariamente fatte sul tema mercato: la squadra va ancora completata e va fatta con l’intento di mettere a disposizione risorse tecnico-tattiche preziose. Quel che serve per alzare il livello e poter pensare di arrivare in fondo alla corsa senza correre rischi e potendosela davvero giocare.
Strategie
Dietro è caccia aperta all’Under col rammarico di non aver potuto provinare il povero Giorgos Viktoros, sul quale c’era curiosità, che è ritornato a Cipro e che è stato congedato con la promessa di rivedersi più in là, a gennaio.
Ma il tema resta: serve un difensore in più e il profilo di Viktoros non era casuale. Il Brescia là dietro vuole un Under, un prospetto. Si guarda in Italia, in casa dei club di serie A, come ad esempio il Genoa: interessa il 2004 Gabriele Calvani. L’amichevole di giovedì, alla quale assisterà - salvo ripensamenti - Massimo Cellino potrebbe essere l’occasione per una chiacchierata. Ma restano battute le piste estere. Mentre per l’attacco è vivo il discorso per Marco Olivieri che nel frattempo ha rifiutato altre destinazioni: aspetta infatti il Brescia.
Situazione
Due pedine sono quelle che servono anche solo numericamente, poi dovranno essere fatte valutazioni sull’attacco. Ma se quello del mercato è un fronte caldo, non è tuttavia l’unico. Il Brescia, fa anche i conti con un paradosso: se squadra e zoccolo duro del tifo sono sempre più saldati tra loro in un feeling crescente, la città - la piazza nel suo insieme - appare sempre più distante.

Non ci sono cifre ufficiali, ma il dato ufficioso degli abbonamenti venduti è mortificante: dovremmo essere attorno alla misera cifra di 2.500 tessere. C’è di che riflettere, è un cruccio grande. E poi non mancano altri grattacapi. Quest’anno intanto il Brescia è partito in quarta sull’argomento rispetto delle regole e ha espresso riserve scritte, in un esposto, sull’operato «borderline» - diciamo così - di alcuni club. Nel mirino, principalmente la Sampdoria e altre società sospettate di agire in regime di indice di liquidità negativo: ci sono state tensioni, tavoli di confronti, rimpalli di competenza decisionali, ma poi la Lega B ha vistato le operazioni dei blucerchiati.
Chiusa dunque la questione relativa all’interpretazione dell’articolo 90 delle Noif, resta comunque il concetto di fondo: il Brescia resterà vigile e sentendosi inattaccabile sui bilanci, non si farà problemi a sollevare dubbi e perplessità (per quanto questi compiti non dovrebbero essere assolti da singole società).
Diritti
In prima linea, il Brescia lo è anche su un’altra questione scottante: quella dei diritti televisivi. La serie B è ancora senza copertura e siamo in una fase in cui Sky si sta dimostrando disinteressata e Dazn va al ribasso.
Mentre in tutto questo i club, una volta tanto, sembrano decisi a non farsi prendere per la gola e a rimanere compatti per non veder deprezzato il loro prodotto: siamo fino a qui di fronte a un muro contro muro. A ogni modo la settimana prossima la Lega B dovrebbe ufficialmente rivedere i termini della compravendita e potrebbe esserci una schiarita: nel caso in cui si andasse «lunghi» si lavorerà a «soluzioni tampone» per arrivare comunque a coprire i primi turni di campionato.
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