L’esordio di Brescianini: 26esimo bresciano di sempre in Nazionale

C’è un nuovo bresciano nel club azzurro. Marco Brescianini, franciacortino di Erbusco, ha coronato un sogno che nel calcio ad alti livelli è riservato a pochi eletti: vestire la maglia della Nazionale maggiore.
Un debutto assoluto adornato di connotati principeschi. Non solo per ragioni semantiche, considerato che il teatro della sua prima è stato il parigino Parco dei Principi. In una fase così complessa per il movimento, far combaciare l’esordio con una vittoria con i Globetrotter del pallone è una stelletta da appuntare sul bavero. Ha calcato il campo per circa un quarto d’ora, troppo poco per lasciare il segno. Ma tanto è bastato per regalarsi un frammento di ricordo che potrà custodire per sempre.
Il club

È il ventiseiesimo bresciano nella storia a legare il proprio nome all’Italia dei grandi. E con una presenza ha già sverniciato Cistana, che cinque anni fa respirò l’aria di Coverciano, per volere dell’allora ct Roberto Mancini, senza mai debuttare. Il campione di presenze è Andrea Pirlo, a quota 116, settimo nella classifica all-time e con un Mondiale in bacheca. Staccato di 35 gettoni c’è Franco Baresi, un altro mostro sacro.
Il sentiero che conduce alla vetta è scosceso, sconfinato, ma Brescianini può fregiarsi di aver cominciato a percorrerlo. Provando magari a ridurre la forbice con l’amico Scalvini, che è a quota 8, ma fermo per infortunio. L’escalation di soddisfazioni personali in questi ultimi mesi è stata impressionante: a maggio è retrocesso con il Frosinone, ma il campionario di giocate disseminate nell’ultimo campionato ha convinto l’Atalanta a investire su di lui. Alla prima in nerazzurro ha segnato una doppietta, a Lecce. L’ultimo segnale in ordine di tempo per Spalletti. Anche se la logica suggerisce che il commissario tecnico abbia maturato la decisione di concedergli l’azzurro ben prima di quella partita.
Percorso

La convocazione non è il frutto di un exploit temporaneo, ma di un percorso virtuoso, fatto di piccolissimi step. Il Milan l’ha mandato in prestito per tre anni, dal 2020 al 2023. Chiavari, Monza e Cosenza l’hanno plasmato caratterialmente e tatticamente. Un passaggio che ha richiesto pazienza, ma che ha creato i presupposti perché il salto in serie A, al Frosinone, avvenisse con le giuste tempistiche. Ora l’Atalanta se lo gode, e il Milan, che un anno fa ha scelto di perdere il controllo sul classe 2000, rischia di rimpiangerlo. Sarà il tempo a dirlo.
Nel frattempo, c’è un nuovo bresciano nel club. Lo è - d’adozione - anche Francesco Pio Esposito, trapiantato a Brescia, nella Voluntas, prima dell’approdo nelle giovanili dell’Inter. Ha appena segnato un poker con l’Under 21, contro il modesto San Marino. Può entrare anche lui nel casting del centravanti del futuro. Sognare, del resto, non costa nulla.
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