Calcio

La riforma dello sport così non va: dai dilettanti sei controproposte

Troppe mani su una legge passata da quattro governi e che il sistema calcio ha trascurato a lungo
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi © www.giornaledibrescia.it
Il ministro dello Sport, Andrea Abodi © www.giornaledibrescia.it
AA

La bolla è esplosa: sicuramente in ritardo, forse già fuori tempo massimo. Ma è scoppiata: il mondo del calcio dilettanti si è accorto - demandando il malcontento in una lettera indirizzata nei giorni scorsi al presidente della Lnd Giancarlo Abete - che la riforma dello sport così come è stata concepita non è sostenibile. Lo ha fatto nella settimana appena conclusa, quando probabilmente avrebbe dovuto muoversi prima.

Excursus

La storia della riforma dello sport, infatti, parte da lontano, ancora prima del Covid: dalla primavera del 2019, per la precisione. Un periodo nel quale si sono alternati quattro Governi (Conte, Conte-bis, Draghi ed ora Meloni) e quattro Ministri dello Sport: Giorgetti, Spadafora, Vezzali (in realtà Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega allo sport) ed ora Abodi.

Il che significa tanti passaggi, qualche modifica e pure qualche pezza. Che però non è bastata a cambiare la natura di una legge che, per provare a combattere «il nero» e per regolarizzare le entrate dei calciatori dilettanti, ha scelto di fare di tutta l’erba un fascio, ovvero di non considerare le differenze di categoria e di rendere complicatissima la vita ai dilettanti. La serie D non è una Terza categoria: banale e lapalissiano, ma non per i legislatori.

Il fatto che quasi certamente subirà modifiche ulteriori la dice lunga sui «buchi» ancora da sistemare in questa legge, che peraltro esplica già i suoi effetti. Ed il ritardo con il quale la Figc ha modificato le Noif, le sue norme organizzative, adeguandole alla nuova legge soltanto il 28 giugno, di fatto due giorni prima dell’entrata in vigore del testo, non ha aiutato né a fare chiarezza né a tranquillizzare le società.

In aggiunta, dato che il diavolo fa le pentole ma a volte - come in questo caso - anche i coperchi, ci si sono messi anche i problemi di tipo informatico (che hanno mandato in tilt i server della federazione, declinata nelle varie regioni, al momento delle iscrizioni) a mettere i crisi il sistema.

Eppure le società non hanno mancato di presentare regolare domanda: ad oggi, in Eccellenza e Promozione lombarda, è saltato soltanto il Seregno, e non certo per i problemi derivanti dalla nuova normativa.

Il futuro

Ci si aspettava un fuggi fuggi, che invece non c’è stato. Perché? Perché si è ragionato anche con il cuore, con il concetto del mal comune mezzo gaudio (della serie: «Tutti si iscrivono, io non voglio restare a piedi») e perché si sono avute rassicurazioni sul fatto che qualcosa cambierà (della serie: «Ma non lasceranno mai una legge così, oppure qui chiudiamo tutti»).

Qualcosa cambierà davvero: per esempio, su proposta della Figc Lombardia, tutti gli adempimenti sotto i 5.000 euro verranno aboliti, ad eccezione dell’obbligo di stipulare un contratto. Sì, è un passo avanti, ma non sappiamo se basterà.

Ed ancora, va considerato il fatto che la legge andrà rivista dopo il parere della Commissione Bilancio, la quale ha delegato il Governo a modificare alcuni punti della riforma. La Commissione chiede di fare entrare in gioco la decontribuzione sotto la soglia dei 200.000 euro (almeno si salverebbe la maggiore parte dei club, certo quelli più piccoli) e si suggerisce l’introduzione del lavoratore sportivo occasionale, che svicolerebbe dal temuto «contratto collettivo».

Tardi? Forse sì, forse no. Resta inteso che una legge sbagliata, per natura difficilmente può essere raddrizzata a forza di emendamenti. Ma il mea culpa devono recitarlo in tanti: dal 2019 ad oggi sono passati quattro anni durante i quali il mondo dilettantistico non ha mai seriamente affrontato il problema, anche perché più volte l’entrata in vigore del provvedimento è stata procrastinata. Forse, però, era necessario esporsi prima... 

Icona Newsletter

@Sport

Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia