Calcio

La Mantia chiama Moncini risponde: Brescia-FeralpiSalò è derby da pareggio

Primo tempo sontuoso al Rigamonti per i verdeblù ripresi solo al 91’ dalle rondinelle dall’approccio pessimo
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BRESCIA-FERALPISALO' 1-1
AA

Il derby dei due mondi è stato a tanto così dal trasformarsi nel mondo al contrario. Alla fine, tutto è rimasto nell’ordine in cui era stato trovato e tutto si è ridotto nella classica tempesta dentro un bicchiere di acqua. La Mantia ha chiamato nel primo tempo, Moncini ha risposto nel primo minuto di recupero. Secondo gol consecutivo per il primo, idem per l’ex compagno alla Spal.

Un punto per uno, un tempo per uno, anche per quanto riguarda la battaglia tattica tra allenatori con Cellino e Pasini che possono far pari anche nei «pensierini» non teneri da rivolgere ai loro tecnici... Brescia ancora imbattuto e al quarto pareggio di fila con la seconda gara consecutiva ripresa per tempo; FeralpiSalò ancora da 30 senza la capacità di fare 31 nel vorrei, ci provo tanto, ma non ci riesco.

Male il Brescia nel primo tempo

Appunto: tutto come lo avevamo trovato alla vigilia di un derby da record per più di 12mila spettatori. Con però gli 11.000 o giù di lì a tifare Brescia che si sono ritrovati «costretti» - impossibile dare loro torto - a sfoderare i primi fischi stagionali alla fine di un altro primo tempo da incubo in cui all’improvviso ci si è ritrovati come in uno spiacevolissimo ritorno al passato: sembrava il vecchio Brescia. Approccio pessimo: come già con l’Ascoli, ma anche peggio.

Perché stavolta la squadra di Gastaldello è stata in balia di una FeralpiSalò - e c’è da distribuire ampissimi meriti agli ospiti - protagonista di almeno una prima mezz’ora di gioco perlomeno sontuosa. Col Brescia surclassato in tutto e con il tecnico di casa messo in scacco dal dirimpettaio attraverso la scelta tenuta al sicuro per tutta la settimana di fronteggiare le rondinelle a specchio, ma guardandole con gli occhi iniettati di sangue pompato da una pressione altissima. Che ha tolto fiato, lucidità, idee a un Brescia inaccettabile nel modo, prima di tutto, di porsi e di proporsi.

Decisive anche, appunto, le scelte tattiche con Gastaldello a perderla su quell’ampiezza che ricercava e per la quale è stato punito «regalando» un Fares tritato da Felici e con il gol di La Mantia - il quale nella circostanza ha mangiato in testa a Mangraviti - nato da un cross dall’altra parte di Martella e iniziato da una rimessa regalata da Lezzerini con una svirgolata su rinvio, a denotare una scarsa tranquillità e con tutta la squadra a dare l’idea di non essere in sé e per la prima volta in stagione fuori controllo. Ma il Brescia ha regalato in mezzo al campo anche Ndoj, la mossa a sorpresa che non ha pagato. Scommessa un’altra volta persa.

FeralpiSalò sontuosa

Ma non va fatto l’errore appunto di considerare che il primo tempo di marca gardesana sia stato solo figlio degli errori a vario titolo dei biancazzurri. No: ci ha messo tanto del suo il collettivo ospite trascinato dietro da Letizia centrale «prestato» e poi migliore in campo, in mezzo da Fiordilino e a sinistra dal già citato Felici versione Theo Hernandez. La FeralpiSalò pioveva dappertutto negli spifferi, nelle imprecisioni e nella mollezza del Brescia quasi irriso da una squadra fino a ieri sera penultima per occasioni create.

Bene: nella prima frazione la squadra di Vecchi, oltre al gol, avrebbe potuto far male almeno altre due volte con La Mantia tra una girata al volo e un altro colpo di testa fuori per centimetri e un’altra volta con Letizia. E dall’altra parte? Nada, dentro a un gioco sviluppato stucchevolmente in orizzontale, senza profondità (unico squillo: una conclusione mancata di un Bisoli pure lui in down da buona posizione) e con anche la scelta dell’accoppiata Moncini-Bianchi a dar l’idea di non essere stata felice.

Secondo tempo

Duplice fischio che porta con sé una sola notizia: la FeralpiSalò in vantaggio soltanto di un gol. E giù fischi per i padroni di casa in attesa di una rivoluzione che ci si poteva aspettare già a prima frazione in corso e che invece Gastaldello, nello stupore generale, si tiene ancora in tasca proponendo solo Van de Looi per un Paghera anche lui stavolta fuori giri e frettoloso, ma che non pareva dover essere il primo a uscire di scena. Tuttavia, il Brescia impatta meglio e lo stesso olandese riesce a toccare un buon numero di palloni.

La FeralpiSalò consumata da un primo tempo a tutta birra inizia ad arretrare. Ed è lì, tra le pieghe dei segnali di stanchezza ospite e della solita voglia dei casalinghi di non soccombere e nella fattispecie di evitare con ko con figuraccia storica, che si inseriscono le prime mosse di Gastaldello: fuori Fares e Ndoj, subissati di fischi, dentro Olzer e Huard. Due fattori che ancora una volta pagano e Pizzignacco capisce che è ora di indossare l’elmetto mentre gli altri dieci, che perdono Firodilino per affaticamento finiscono per perdere ulteriori metri.

Si gioca ancora a una porta, ma stavolta a parti opposte col Brescia padrone a delinearsi con un 4-2-4 tutti avanti (dentro anche Borrelli) e la FeralpiSalò a rendersi via via invisibile rintanandosi un po’ colpevolmente un po’ inevitabilmente, in un 5-4-1 che finisce per pagare dopo che il fortino tra parate di Pizzignacco su Van de Looi e Bianchi, un palo di Borrelli, una sventola di Dickmann in ordine sparso - nel 1’ di recupero: lancio al millimetro di Dickmann, torre di Borrelli e stoccata impossibile da sbagliare per Moncini. Fine: con i due mondi a rimanere inalterati e con un pareggio anche nelle riflessioni da fare.

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