Javorcic gioca Croazia-Italia: «Esperienza contro freschezza, molto passa da qui»

Per una sera toglierà i panni di allenatore per vestire quelli del tifoso della Croazia. Ivan Javorcic risponde con la solita cortesia da Spalato, sua città natale e lì vivrà stasera la sfida di Lipsia. «Un contesto tranquillo, amici e la famiglia. E so già che mia figlia tiferà Italia, dove è nata. Io sono molto legato al vostro Paese, ci vivo e lavoro da oltre trent’anni, ma in queste occasioni il mio cuore è biancorosso».
Che partita sarà?
«Dico imprevedibile visto che la posta in palio è altissima. È di fatto una gara ad eliminazione diretta, una sorta di ottavo di finale anticipato pur essendo invece l’ultima sfida del gruppo. Devi stare attento al risultato, a ogni minimo particolare, ecco perché penso ad una partita molto tattica, in cui ci potrà anche essere un po’ di paura. Mettendo insieme tutto torno allora al concetto iniziale di match imprevedibile».
A proposito di risultati, l’Italia può contare anche sul pareggio. Una trappola?
«Quando hai due possibilità su tre per andare agli ottavi è sempre un vantaggio, anche solo dal punto di vista aritmetico. Il rischio però è quello di fare troppi calcoli e allora quel qualcosa in più diventa un’arma a doppio taglio con la quale rischi di farti malissimo. Questa Italia inoltre non credo abbia né le caratteristiche né l’esperienza per fare un certo tipo di gestione, quindi immagino se la giocherà».
L’esperienza è invece uno dei punti di forza della Croazia.
«Senza dubbio ed è su quella che dovrà puntare parecchio stasera. Perché se gli azzurri di fatto sono a inizio ciclo, quello della Croazia è all’ultima vera apparizione prima del ricambio. Ed è qui che si giocherà la qualificazione: capire se alla fine prevarrà appunto l’esperienza dei biancorossi o la freschezza, la voglia di rivalsa della squadra di Spalletti, che non va dimenticato ma è campione d’Europa in carica».
In molti hanno definito il gruppo croato come «vecchio», contestando le convocazioni di Dalic.
«È vero, da Spalato confermo che si respira quest’aria polemica, soprattutto perché i risultati degli scorsi anni hanno alzato le aspettative dei tifosi i quali si sono fatti la bocca decisamente buona a livello di risultati. Io però, e qui vesto i panni dell’allenatore e non dell’appassionato, se giocatori del calibro di Modric o Brozovic sono integri fisicamente ad un Europeo o a un Mondiale non ci rinuncio per nulla al mondo. Vero che ci sarà una nuova generazione a vestire la maglia della Croazia, ma a volte vale la pena di ricordare come si stia parlando di una nazione con quattro milioni di abitanti».
Chi può essere decisivo stasera?
«Da una parte penso ad una giocata di campioni come Modric, Perisic o Kovacic, dall’altra credo invece che Chiesa per le caratteristiche che ha possa far male alla difesa di Dalic perché è un giocatore che rompe gli equilibri. Può essere il man of the match».
Come vede il lavoro di Spalletti? In Italia è già partita la polemica di come sia più allenatore che selezionatore.
«Per me è un tecnico bravissimo e lo metto subito in chiaro. Vero che l’approccio è diverso tra l’allenare quotidianamente o una volta ogni due-tre mesi, ma sono convito che Spalletti possa dare eccome la sua impronta. Se penso alla vittoria contro l’Albania, gli azzurri per intensità e organizzazione hanno giocato come una squadra di club. Luciano è allenatore top, ma che ha un certo tipo di calcio nel Dna e quindi gli va dato tempo. E spero davvero sia così. Sono certo che inciderà sulla cultura e sulla mentalità del calcio italiano per quanto riguarda la Nazionale. Entra dritto nel gruppo, spiega ciò che vuole e sa farsi seguire. La Federazione ha fatto la scelta giusta, gli auguro ogni bene. Ecco, magari non stasera...».
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