Calcio

Il limbo del Brescia verso la volontà di cessione della società

Dopo le dimissioni del presidente Cellino ora sono al vaglio alcune manifestazioni d’interesse
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Dentro a un limbo. Questo lo stato in cui si trova il Brescia Calcio dopo le dimissioni dalla carica di presidente che Massimo Cellino ha rassegnato lunedì perché «logorato nella serenità dal procedimento penale che mi riguarda». Una specie di «mossa del cavallo» che ha molte motivazioni e altrettante sfumature che andando a fondersi portano alla finalità ultima: quella di procedere a una cessione. O perlomeno a una volontà di andare in tal senso.

Ci sono le ragioni giudiziarie. Ma ci sono anche ragioni personali e familiari, umane, in un quadro nel quale tutti i fili sono collegati tra loro. Cellino si trova a Londra dove si tratterrà per un periodo indeterminato che va da un’altra settimana a un tempo più lungo e anche le persone che operano nel Brescia attendono di capire e sapere. Dato che il proprietario resta pur sempre lui e non può lavarsene le mani.

Da questo punto di vista, è ovvio che le dimissioni in quanto tale non porteranno a grossi scossoni nella gestione della quotidianità. Ciò che è destinato a cambiare, è molto di più: le prospettive.

La vicenda giudiziaria

Quanto si sa (certezze molto poche) è che la decisione del patròn - provato anche da un punto di vista fisico - è maturata quando si è reso conto - dopo una sua iniziale sottovalutazione delle implicazioni - che l’indagine che lo riguarda e che ha portato al sequestro cautelativo monstre di oltre 55 milioni di euro non gli avrebbe più consentito di operare in autonomia. Una convivenza di fatto impossibile quella con gli uomini del tribunale, Pierangelo Seri e Stefano Midolo, per un uomo solo al comando come Cellino. Contro il quale vanno anche i tempi della giustiza. L’imprenditore sardo, ai molti che in questi giorni gli stanno scrivendo, ripete che è certo che otterrà ragione, ma se anche sarà così le tempistiche non sono compatibili con la necessità di portare avanti una gestione che richiede pazione.

Rimanendo solo sull’inchiesta penale che lo riguarda (ma il 30 gennaio inizierà anche l’iter per il caso Torbole), il ricorso contro il sequestro andrà in Cassazione il 27 gennaio e la sentenza potrebbe anche arrivare non prima di marzo. E ancora non sarebbe finita. Allora non resta che provare ad aprirsi a uno scenario che porti il Brescia ad avere una faccia diversa. Questo è il messaggio che Cellino fa passare auspicando addirittura che se qualcosa si può compiere, accada in tempi brevi.

Cosa c'è sul tavolo

Si sa che alcune manifestazioni di interesse sul tavolo dell’ex presidente sono già arrivate (da prima delle dimissioni) e che le stesse sono oggetto di approfondimento. Tra i soggetti che negli ultimi tempi avevano studiato il dossier Brescia, alcuni hanno poi evitato di approfondire con una motivazione su tutte: il dato storico delle scarse presenze allo stadio.

La questione relativa all’impianto da rifare è centrale ed elemento di «appetito» per chi si avvicina al Brescia, ma si scontra poi a quanto pare con numeri che spaventano.

Si guarda anche al mondo dei fondi col quale interagisce il membro del Cda Niccolò Barattieri. Ma c’è anche qualcosa di diverso, con contatti che stanno prendendo la forma di offerte. In particolare una che se avesse un’accelerata per una chiusura in tempi stretti, prevederebbe comunque la permanenza di Cellino per due esercizi in qualità di figura di riferimento per un passaggio di consegne graduale o sottoforma di «temporanea» partnership per poi arrivare a una vera e propria cessione più in là.

Quanto vale il club

Per il proprietario del Brescia, il club vale oltre 40 milioni, ma realisticamente ora sa che un prezzo attorno ai 30 milioni sarebbe, seppur a denti stretti dal suo punto di vista, da ritenere congruo (e formato dai 16.8 milioni di finanziamento da restituire a Brescia Holding, dagli 8 milioni che sono nelle casse del Brescia, da una valutazione della rosa senza tenere conto di altre voci di bilancio).

Attenzione però: il valore di oggi del Brescia potrebbe non essere più lo stesso anche solo tra uno o pochi mesi perché è evidente che anche il percorso sul campo della squadra fa la differenza nel far aumentare o diminuire le quotazioni. Con la sua mossa, Cellino intende coinvolgere in tutti gli sviluppi il tribunale in un quadro di onori e oneri oltre che di reciproche garanzie.

Intanto la necessità di dover superare anche il «filtro» di organi di giustizia, serve a tenere lontani in linea teorica eventuali «parvenu» e la credibilità di possibili compratori dovrebbe anzi passare al vaglio del tribunale. Ma la strada per quanto tracciata, o almeno così pare, si annuncia lunga.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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