Il Brescia ora è «definitivo» e va in cerca di sé stesso a Bolzano

Si dice: nessuna nuova, buona nuova. Ma nel caso del Brescia si sarebbe trattato di una eccezione magari valida a confermare la suddetta regola. Il mercato non ha riservato nessuna «ultima ora» prima della chiusura di ieri sera; vero che questo era un epilogo già scritto - non c’erano state avvisaglie di possibili operazioni negli ultimi giorni - e quindi in qualche modo già metabolizzato, ma una sorpresa e una sterzata improvvisa rispetto a decisioni già prese per tempo non sarebbe stata affatto sgradita alla luce dell’emergenza attacco con la quale il Brescia è alle prese quando siamo solo alla terza giornata.
Mancanza

Vero che non si può ragionare sull’emotività ed è altrettanto vero che per fortuna l’infortunio di Borrelli non è grave e risolvibile in tempi brevi, però è altrettanto vero che resta il punto di domanda su Moncini e che, a prescindere, l’innesto di una punta in più - come pure inizialmente sembrava essere nei piani - sarebbe servito.
Resta l’idea di una mancanza. In un Brescia ora anche ufficialmente definitivo. Che quindi, così com’è può puntare alla serie A come da ordine di scuderia? Il giudizio di inizio estate, quando giocatore più giocatore meno, la squadra era già fatta al 90%, non cambia: si può alzare il tiro, ci sono i margini e le risorse per farlo, ma per pensare al bersaglio grosso occorre essere un po’ visionari (per quanto in un campionato ogni anno sempre meno leggibile, vedi un avvio complicato per tutti), pescare qualche jolly e fare una ulteriore scommessa sulle... scommesse visto che dietro Mangraviti (lo scorso anno quarto per minutaggio) non è stato sostituito da un upgrade, ma da un giovane (Calvani) e che davanti, aspettando i big, occorrerà affidarsi a uno Juric tutto da scoprire (e da costruire), a un Nuamah - nei due anni in cui è salito alla ribalta impegnato in un percorso di montagne russe tra gestione rivedibilissima e grosso infortunio - che in questa estate aveva espresso il desiderio di andare in C per mettersi alla prova con continuità e tutto da pesare sotto ogni punto di vista, e pure a un Buhagiar che fino a qui non emoziona in nulla.
Obiettivi

Insomma: nell’insieme il Brescia resta una buonissima e competitivissima squadra (con poco da invidiare a chicchessia) nel gruppo completo dei titolari, ma un insieme di punti di domanda nella funzionalità e qualità dei ricambi. La linea che esce dal piano estivo però è chiara e la sfida che lancia Rolando Maran è doppia: provare a regalare una favola e insieme valorizzare i giovani.
Un Maran già valore aggiunto, senza se e senza ma, per questa squadra in cui dovrà ancor di più esserne il top player. Lui e i suoi, si sono ritrovati coinvolti, in maniera inattesa, in una impasse che può anche solo essere fisiologica: per non trasformarla in crisi dopo le due sberle prese, e di conseguenza in una sosta settembrina con carico di tensioni, occorre che il Brescia ritrovi la sua faccia bella e rassicurante già questa sera alle 20.30 sul campo del Südtirol.
L'appuntamento

Sul tavolo, tutti gli ingredienti peggiori: un’avversaria molto molto fisica, di taglia grossissima e dalle caratteristiche di gioco che più possono far male al Brescia e, appunto, la coperta cortissima davanti. Ma tempi duri e circostanze difficili, fanno uomini e giocatori duri che oggi hanno di che farsi perdonare dopo l’incredibile svarione di Reggio Emilia: devono farlo agli occhi della loro gente e del loro allenatore, pure lui apparso scosso dalla non risposta post Cittadella.
Dalle stanze di via Solferino si sono levati mugugni, ma a proposito di tempi duri nei quali tutto e tutti possono essere davvero pesati, è adesso che Cellino deve dimostrare di essere veramente cambiato e pronto a essere il primo a stare «composto»: in tal senso la sua visita a Torbole, giovedì, è stata - nella lettura dei suoi codici (delle sue complesse strategie) - un segnale positivo. Bene: perché le ambizioni passano prima di tutto da stabilità, coerenza e riconoscimento dei valori. Ora nello spirito, nell’atteggiamento, nell’umiltà e nella sua capacità di dare fastidio, aspettiamo il Brescia: il «nostro», quello vero.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
