Il Brescia non teme settembre: zero sconfitte negli ultimi 4 anni

Settembre, non ti temo. In antitesi con «Wake me up when semptember ends», pietra miliare della discografia dei Green Day, il Brescia vorrebbe non finisse mai. È un mese che porta fortuna a questi colori: dal loro ritorno in serie B, e dunque nelle ultime quattro stagioni, le rondinelle non hanno mai perso in questo specifico lasso di tempo. Il campione è sufficientemente esteso per considerarla qualcosa in più di una casualità.
Tendenza
Il paradosso è che il settembre migliore, sotto il profilo dei risultati, è quello della sciagurata stagione della retrocessione: il Brescia di Clotet partì bene, e in quel mese infilò due vittorie, contro Perugia e Modena. L’ultimo cono di luce prima delle tenebre. E del disastro. L’imbattibilità si è riverberata pure lo scorso anno, con Gastaldello: la contabilità in questo caso restituisce un solo successo, a Lecco, e tre pareggi consecutivi. Nei quali, a posteriori, si scorgono i prodromi dell’imminente deragliamento di quella gestione tecnica.
In tre casi su quattro, comunque, il Brescia ha raggiunto i play off. Quell’anno con Maran, provvidenziale per il cambio di rotta dopo il preoccupante sfilacciamento tattico con «Gasta». Ma anche quello precedente (due vittorie e due pareggi a settembre). E quello prima ancora, quando a causa della partenza differita nell’immediato dopo-Covid il Brescia disputò una sola partita sul calare di settembre, pareggiando contro l’Ascoli.

Mese caldo
Confermarsi, con il passare delle stagioni, diventa sempre più complesso. Questo sulla carta è il settembre con il coefficiente di difficoltà più elevato della serie. Alla ripresa, questo sabato, ci sarà il Frosinone. Che ha zoppicato in questo avvio, ma resta una nobile del torneo, dai valori indiscutibili. Poi ci sarà il Pisa, che ha fatto un mercato di livello e punta dritto al vertice. Il 30 toccherà alla Cremonese, reduce dal poker con cui ha polverizzato il Sassuolo prima della sosta. In mezzo il Monza, squadra di serie A, in Coppa Italia.
La sfida è bella, affascinante. Il Brescia vi si affaccia con una consapevolezza: contro le più forti, con Maran, ha sempre venduto cara la pelle. Questione non solo d’attitudine, che pure vuole la sua parte. Questa squadra tende a esaltarsi contro avversarie che ricercano il dominio, provano a esporsi e concedono scientemente qualcosa in più dietro. L’esempio più recente è la gara con il Palermo.
Questo non significa che sarà tutto in discesa, sarebbe folle crederlo. Ma il Brescia ha argomentazioni convincenti da mettere sul tavolo. Insieme a una tradizione settembrina da fare invidia a tante rivali in cadetteria.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
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