Il Brescia e le altre fremono: i tempi possono accorciarsi
Scrivevamo ieri: la strategia adottata da parte di chi di dovere per risolvere il caso-caos serie B, è vivere alla giornata. In questo senso erano particolarmente attese le motivazioni del Collegio di garanzia del Coni circa la decisione di confermare l’esclusione della Reggina dal prossimo campionato e di estromettere invece il Lecco. Bene: le motivazioni sono arrivate. E sono state con il botto.
Riassumendo: sono molto forti e dure sia contro la Reggina che, forse ancora di più, contro il Lecco. Ed è il concetto di «perentorietà dei termini» a farla da padrone. E poi: sono così forti e dure da fare capire che la strada sia segnata, in teoria sia per la Reggina che per il Lecco. Ma soprattutto, per la Reggina. Perché nelle motivazioni contro il club di Di Nunno, è contenuto un punto 9 che appare come un messaggio alla Figc. Ecco il passaggio: «Questo Collegio non può, ad ogni modo, non evidenziare come spetti alla Federazione Gioco Calcio, nell’esercizio dei suoi ampi poteri discrezionali in materia, assumere le determinazioni consequenziali». Come a dire: la Federazione è già in possesso di tutti gli strumenti per agire in autonomia. E questi strumenti, derivano dalla conclusione dell’iter della giustizia sportiva. Se si rivendica l’autonomia del proprio ordinamento, perché attendere i pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato? Un’annotazione, quella del Collegio arbitrale, che ha mandato su tutte le furie - assicurano i bene informati - Gabriele Gravina. In quello che quindi ha tutti gli estremi per diventare uno scontro con Giovanni Malagò. Ma sta di fatto, che la Figc è alle strette.
Opzioni
E le strade per procedere alle riammissioni appunto sono due: attendere fine agosto (a meno di anticipi di Tar e Consiglio di stato) oppure tagliare la testa al toro (o al massimo aspettare il Tar), procedere con il completamento degli organici e magari - oltre a Brescia e Perugia (o Spal) - attuare una sorta di «lodo Lecco» salvando i lacustri anche per non auto sconfessarsi visto che proprio il 7 luglio scorso, nel consiglio federale all’unanimità si decise di accogliere l’iscrizione della squadra di Di Nunno salvata da un secondo esame della Covisoc dopo una prima bocciatura per via della presentazione in ritardo della documentazione attestante lo stadio di Padova come campo da gioco. Prevalesse questa seconda linea, tornerebbe d’attualità l’ipotesi per un cambio di format con passaggio a 21 squadre.
La Reggina, bocciata dal Coni perché «l’omologa non è definitiva e l’importo al fisco è stato versato fuori tempo» viene considerata spacciata. Tra l’altro ieri, in un contesto sempre più surreale, Felice Saladini ha annunciato il passaggio del 100% delle quote del club a Manuele Ilari (che già tentò di comprare l’Alessandria, ma non si presentò dal notaio...). La Lega B, almeno ufficialmente, continua a tenere lontana l’ipotesi del torneo a 21 anche perché una squadra in più nel lotto vorrebbe dire minori introiti pro capite. Ma torniamo a bomba. Con un punto saliente per quanto riguarda il Brescia: che da ieri si sente ancor più certo della serie B. Tutta la pressione adesso è davvero su Gabriele Gravina che è tra mille fuochi.
Oltretutto, attendere il pronunciamento del Consiglio di stato in base a quelle che a oggi sono le date stabilite, vorrebbe dire far iniziare il campionato di serie B non il 2 settembre, ma il 16 (il 9 c’è la sosta delle Nazionali). Anche perché dopo il Consiglio di Stato dovrebbe essere fatto un Consiglio federale e non si può pensare di mandare le squadre in campo nel giro di 2-3 giorni. Infattibile: ed è quello che molti club, sempre più spazientiti, stanno facendo notare sia a Gravina che a Balata. Per tutti questi motivi i tempi di attesa per le riammissioni potrebbero ora accorciarsi nuovamente: se ne parlerà nel Consiglio federale di lunedì. Intanto ieri a Reggio, il Brescia ha mandato in bianco l’udienza davanti alla Corte d’appello del tribunale alla quale aveva chiesto la sospensiva del piano debiti della Reggina.
La scelta è stata figlia di una strategia: intanto è ormai palese e scritto nero su bianco ovunque che quell’omologa non è ancora definitiva. Inoltre, se l’istanza fosse stata rigettata a livello mediatico avrebbe potuto avere una brutta eco. Infine, pende pur sempre il ricorso di agenzia delle entrate e Inail con addirittura la contestazione della cifra che la Reggina deve al fisco: avverrà a settembre. Si può correre il rischio di ammettere la Reggina per poi magari vederla saltare? E poi, che garanzie offre il nuovo proprietario? Qualcuno vigilerà su questa operazione? «Io non capisco niente» ha scritto ieri un tifoso sui social: la cosa grave è che non ci sta capendo nulla chi di dovere.
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