Il Brescia e il club degli scontenti: chi può partire già a gennaio
A Brescia il circolo degli scontenti svolge i suoi incontri in un salotto che ospita quattro valigie: sono quelle di Avella, Paghera, Bertagnoli e Bianchi. Tra i meno impiegati di questa stagione (tranne il terzo), potrebbero lasciare già a gennaio, in cerca di un rilancio. Non è detto che accada, dipenderà dalle offerte e dalla predisposizione dei diretti interessati ad ascoltarle. Ma il Brescia non si opporrebbe a una loro partenza, alle condizioni giuste: questa è una certezza.
Fabrizio Paghera
Nel caso di Paghera, in particolare, l’esigenza di cambiare aria è giustificata da un crollo: quello dei suoi numeri. Nello scorso campionato, da marzo in poi, le aveva giocate praticamente tutte da titolare: dieci su dodici, compreso il turno play off contro il Catanzaro. In quello attuale è stato titolare appena due volte, sempre sostituito all’intervallo. Ha raggranellato 181’ in B, solo Calvani e Buhagiar sono stati utilizzati meno tra i giocatori di movimento. È sprofondato nelle gerarchie con l’arrivo di Verreth. Tra i due oggi non c’è competizione: lo credeva Maran, che l’ha dimostrato con le proprie scelte, e ora Bisoli sembra intenzionato a muoversi in quel solco. Fabrizio ha mercato soprattutto in C e nelle prossime settimane potrebbe concretizzarsi qualcosa.
Michele Avella
L’unico ancora a quota zero minuti giocati (insieme a Muca) è Avella. Non è una sorpresa: partiva da terzo, in estate il Brescia l’ha riscattato dal Frosinone per riempire quella casella senza alcuna volontà d’invertire i gradi tra i pali. Ora Lezzerini sta facendo bene, e soprattutto non ne ha saltata una per infortunio. Pure per Michele potrebbero aprirsi delle occasioni in questa finestra.
Bertagnoli e Bianchi
Il contaminuti di Bertagnoli segna qualche tacca in più: è oltre i 900, gonfiato dal vicariato nel periodo di assenza di capitan Bisoli. Adesso Dimitri è rientrato e papà Pierpaolo l’ha sempre lasciato in panchina nelle sue prime quattro. Un segnale. Massimo non è di fatto mai tornato ai livelli pre-infortunio, il club lo considera ampiamente sacrificabile. Il suo contratto scadrà tra un anno e mezzo, nel giugno del 2026, come quello di Bianchi: col nuovo allenatore è sempre subentrato, un minuscolo scatto di presenza rispetto a Maran, ma resta una riserva e di fronte all’opportunità giusta potrebbe provare a forzare l’uscita. In sede di trattativa il Brescia non avrebbe un potere contrattuale illimitato, ma serve comunque un incastro che accontenti tutti.
Il Trento su Nuamah
Più lineare la situazione di Nuamah, che reclama spazio: su di lui è tornato il Trento, dopo l’abboccamento estivo. Potrebbe partire, verosimilmente in prestito. A patto di individuare un sostituto, principio che si applica naturalmente anche a tutti gli altri.
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