Il Brescia è da podio sulle palle inattive: che numeri fin qui

Vecchie (e buone) abitudini che ritornano. Ci eravamo lasciati a settembre, con la vittoria sulla Cremonese, l’ultima di una serie di quattro in cui il Brescia aveva segnato un gol su piazzato a partita. S’era inceppato tutto sul più bello, nei risultati (un punto in tre gare) e in un fondamentale rimesso in stand-by.
Poi qualcuno ha pigiato il tasto di accensione e tutto è tornato a scorrere. Quel qualcuno è Matthias Verreth, il principino del centrocampo che pettina palla come nessuno. Dopo il gol su punizione diretta contro lo Spezia, è stato lui a battere il corner dal quale si è materializzata la rete di Bjarnason a Genova. Se il Brescia in questo campionato è già a quota sette centri sugli sviluppi di palla inattiva lo deve soprattutto a lui. Sono numeri importanti, giustamente rivendicati da Maran a Marassi: «Siamo una delle squadre che stanno sfruttando meglio i piazzati».
In cifre
I dati gli danno ragione: in serie B soltanto Spezia (11) e Modena (8) hanno trovato più reti in questo fondamentale. Il fatto che esista una diretta correlazione tra il rendimento da fermo e i risultati non è casuale. Dà piuttosto la misura di quanto conti saper essere efficaci in queste situazioni in un campionato che si regge su fragili equilibri, nel quale gerarchie e rapporti di forza sfumano e si mescolano nei confronti sul campo.
L’impatto
I sette gol del Brescia valgono il 43.75% del totale. Poco meno della metà. Se si azzerassero i gol su palla inattiva la squadra di Maran non avrebbe vinto con Palermo, Südtirol e Cremonese. O non avrebbe strappato il pari allo Spezia, la regina dei calci da fermo trafitta proprio con la sua arma più acuminata. A conti fatti il Brescia avrebbe sette punti in meno: un’enormità. Specie se proiettata su trentotto giornate.

Specialisti
Maran fa bene a battere su questo tasto, e i risultati si vedono. Verreth è già una sentenza, ma non va dimenticato Galazzi, che nello scorso campionato trovò due reti su punizione diretta – le stesse che Matthias ha già ammonticchiato in tre mesi – e seppe essere un fattore su piazzato. Il Brescia ha in casa i battitori liberi per far sibilare in area traiettorie taglienti e la struttura per convertirle in gol: lo specialista è Adorni (due centri), ma hanno già obliterato anche Moncini (su rigore), Juric e – appunto – Bjarnason. È un mix perfetto.
Preparazione
Dietro c’è tanto lavoro. Anzitutto di merito, perché Maran cura maniacalmente movimenti e schemi su corner e punizioni. Ma pure preliminare: il Brescia sviluppa molto sulle fasce e porta a casa tanti corner. Sessantotto in totale, due in meno del Modena che comanda questa classifica.

E poi concretizza: 5 sin qui le reti di testa, meno soltanto del solito Modena (7) e dello Spezia (8). Il saldo tra gol fatti e subiti è ampiamente positivo: i biancazzurri hanno incassato in tre occasioni da fermo (due con la Cremonese e una a Mantova). Da quattro gare sono tornati imperforabili in quest’ottica. È un’arma che la banda di Maran sa padroneggiare, limitandone i danni collaterali.
Prossimo step
Tra le cinque squadre che hanno subito meno su piazzato c’è il Cosenza, ospite al Rigamonti questo sabato. Servirà uno sforzo in più per far sì che questa virtù consolidata diventi una chiave anche nella gara che chiuderà il piccolo tour de force prima della sosta. Il Brescia ha quel che serve per riuscirci.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
