Il Brescia al Tar segna il gol decisivo: sarà davvero serie B

Un altro gol, quello che virtualmente rende impossibile subire una remuntada che del resto era già impensabile. Tutto è andato secondo logica, nella notte tra mercoledì e ieri non c’è stata nessuna «manina», nessuna pressione - per quanto forte e per quanto temuta perché fino in fondo le acque politiche sono rimaste agitate - in grado di portare il Tar a decidere diversamente da una nuova bocciatura della Reggina.
Ultimo step
Il che significa che il Brescia ora riesce anche a toccare con mano una riammissione che del resto il club era già convinto che avrebbe ottenuto. Adesso manca un ultimo step: quello del Consiglio di Stato con l’udienza a oggi fissata per il 29 agosto. Ma con pressioni affinché l’organo che rappresenterà l’ultimo grado di giudizio possa riunirsi prima della fine del mese. Di certo però vanno attese le motivazioni con le quali il Tar, che ha fatto attendere i propri verdetti fino a poco dopo le 14 di ieri, ha respinto il ricorso della Reggina - che già aveva fatto filotto di no in campo di giustizia sportiva - e accolto invece, anche in questo caso non a sorpresa, quello del Lecco. Che dunque ha visto riconosciute le proprie ragioni di «legittimo impedimento» per giustificare il ritardo con cui aveva dichiarato la sede di gioco per le proprie gare casalinghe.
Come detto, visto che il Lecco aveva incassato il pieno sostegno delle istituzioni calcistiche compatte invece contro la Reggina, nessuna sorpresa: ma il Perugia, scornato dopo che aveva incassato una prima vittoria via Collegio di garanzia del Coni, promette battaglia fino alla fine. Ma in questo caso la strada appare segnata con Brescia e Lecco pronte a prendere posto tra i cadetti: a tavolino per quanto riguarda le rondinelle, per meriti sportivi per quanto attiene i lacustri. Tornando al cronoprogramma, il Tar ha tempo dieci giorni per depositare le motivazioni a supporto dei dispositivi emessi ieri. Dunque, si andrà al massimo entro la fine della prossima settimana. Solo quando ci saranno anche le motivazioni sarà possibile sapere se e quando l’udienza del Consiglio di Stato potrà eventualmente essere anticipata come richiesto da tutte le parti in causa. Il problema è che di mezzo c’è anche il Ferragosto e si sa che in questo periodo dell’anno l’Italia si ferma... Di certo, uno snodo importante sarà comunque rappresentato dal Consiglio Federale in programma questa mattina alle 11 a Siena.
Il Brescia a dire il vero coltiva il sogno proibito di una forzatura da parte della Figc e quindi di una riammissione senza aspettare il Consiglio di Stato, ma appunto per come stanno le cose e la delicatezza della situazione, per evitare fino alla fine il pericolo di una serie B a 21, la strada maestra rimane quella di attendere fino alla fine del percorso giudiziario.
In casa amaranto
La differenza può però farla la situazione in casa Reggina. I giocatori sono in stato di agitazione e anche su pressione dell’Assocalciatori, potrebbero chiedere la messa in mora del club senza attendere oltre. Ne hanno diritto visto che la società che in questo momento fa ancora capo a Felice Saladini, non ha provveduto a saldare entro la scadenza dell’1 agosto le ultime mensilità. Mettere in mora il club, significa di fatto ottenere lo svincolo d’ufficio (quello che ci sarebbe poi né più né meno dopo un’ ulteriore eventuale bocciatura da parte del Consiglio di Stato).
Se i giocatori dessero corso alle intenzioni già oggi (la loro idea, con molti già in possesso di accordi con altre squadre, era quella di attendere la sentenza del Tar e se questa fosse stata positiva, di aspettare i pagamenti fino al massimo l’8 agosto), potrebbe essere materia di discussione di sostanza per il Consiglio Federale di questa mattina. In tutto questo Felice Saladini non sembra nemmeno «quello del fatto» e si è detto: «Stupefatto per la decisione del Tar. ...Ho avuto la sensazione che non tutte le proprietà e le squadre siano uguali...Dunque pure la collocazione geografica sembra avere il suo peso. Nonostante tutto conservo la mia fiducia nelle istituzioni, ci rifaremo al Consiglio di Stato» ha chiosato preannunciando un ricorso praticamente pleonastico.
Se al di là di tutto la scaletta delle tempistiche venisse comunque rispettata, per il Brescia - ma anche per il Lecco - significherebbe non essere al via del campionato e rischiare di saltare minimo tre, ma probabilmente anche quattro giornate di campionato scendendo in campo il 2 settembre nella migliore delle ipotesi, ma più probabilmente il 16 - un mese dopo tutti gli altri e senza nemmeno aver disputato una sola partita ufficiale visto che nessuna delle due giocherà la Coppa Italia - visto che di mezzo c’è anche la sosta delle Nazionali. Un’abbreviazione dei tempi potrebbe consentire di saltare solo uno o due turni. Il danno, per quanto poi c’è da fare i conti anche con un mercato da svolgere in rincorsa, sarebbe più contenuto. Ci sarà tempo di approfondire, di porre l’accento sui teatrini così tipicamente italiani: ma ora, conta aver segnato il gol che rende impossibili le remuntade di chicchessia.
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
