I nuovi e il modulo: cos’ha detto la prima amichevole del Brescia

Cose dell’altro mondo a Torbole. O dell’altro emisfero, per esser certosini. Trent Buhagiar, uno dei volti nuovi di quest’estate del Brescia, confeziona il primo gol della stagione. Non ufficiale, e contro una rappresentativa di dilettanti assemblata per fare da sparring partner ai ragazzi di Maran. Ma il segnale è senz’altro propizio.
Ne fa addirittura tre, l’australiano. Dopo il tap-in rompi-ghiaccio al 2’, su un pasticcio difensivo degli avversari, rompe in due la difesa avversaria sfrecciando nel corridoio centrale e serve il tris da posizione leggermente più decentrata. Strappi che fanno parte del repertorio: Trent può essere un fattore con i suoi cambi di velocità.
Va perfezionato il coinvolgimento nella manovra, ma sarebbe anomalo il contrario. Durante il primo cooling break Maran s’è avvicinato a lui, per dargli indicazioni e correggere qualche movimento. Nei 45 minuti in cui è rimasto in campo ha agito da terminale offensivo, l’impressione è che renda di più sull’esterno.
Ma ieri, sotto il sole di Torbole (temperatura attorno ai 34 gradi), s’è fatta di necessità virtù. Maran ha risparmiato, solo in attacco, Olzer, Bianchi, Moncini e Borrelli. Praticamente tutti. Pura gestione, ovviamente: a questo punto della preparazione, con i carichi di lavoro dei primissimi giorni, correre anche solo l’ombra di un rischio non avrebbe senso. Ai box pure Avella e Besaggio, sempre per precauzione.
In regia
Dei nuovi, chi ha «rubato» più l’occhio è stato Verreth. Gioco fluido, a uno o a due tocchi, ricerca costante dalle verticalità, qualche palla smistata sugli esterni col goniometro. Si è presentato bene. Andrà testato contro avversari più incalzanti, a ritmi diversi (blandissimi quelli di ieri, gambe pesanti per un Brescia che si era allenato anche al mattino), ma il primo piccolissimo test è filato liscio come l’olio.

Buone impressioni anche da Corrado, tra i pochi a resistere per oltre un’ora. Quando può, va: il dato rilevante è questo. E il piede pare educato: l’assist morbido per la volée di Bisoli è suo, e se non infila il secondo è solo per un’imperfezione di Bjarnason (tra i più in palla).
L’altra tripletta di serata è di Bertagnoli, che incastona una perla nell’alveo torrido di Torbole con una sassata dei venticinque metri: il portiere sfiora appena con la punta delle dita, la palla scheggia la traversa e va a bersaglio. È di gran lunga il gol più bello, degli undici che colorano la partita.

Tattica
Lo spunto più interessante, accantonando le singole prestazioni che contro un avversario così inferiore perdono inevitabilmente consistenza, lo regala la gestione di Maran.
Nella conferenza che ha inaugurato la stagione si era ripromesso di sfruttare queste settimane di lavoro per approfondire alcune variazioni tattiche, per rendere più camaleontica la sua squadra. Ieri si è avuta una traccia di questa intenzione.
Nel primo tempo il Brescia traslava sistematicamente dal solito 4-3-2-1 in fase di possesso al 4-4-2 nei radi sprazzi di gioco della controparte. Spartito stravolto dopo l’intervallo: difesa a tre, con Jallow braccetto e Corrado a tutta fascia. È una soluzione interessante, chissà che non venga riproposta più avanti: due elementi teoricamente alternativi possono anche coesistere. Specie nelle situazioni in cui si vuol provare a conferire un carico offensivo maggiore alla catena di sinistra.
La prima sgambata s’è chiusa così, ma domani si replica già: di fronte un’altra rappresentativa di dilettanti, questa volta allo stadio San Michele di Travagliato, per il primo abbraccio col pubblico.
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Sport
Calcio, basket, pallavolo, rugby, pallanuoto e tanto altro... Storie di sport, di sfide, di tifo. Biancoblù e non solo.

















