Calcio

Flachi: «Il Brescia può giocarsela a viso aperto con la Sampdoria»

Fabrizio Zanolini
Dopo lo spavento per un principio d’infarto, il doppio ex della sfida «gioca» la gara in programma domani a Marassi: «Le rondinelle potrebbero anche accontentarsi di un pari»
Lo straordinario gol in sforbiciata di Flachi al 90' di Brescia-Modena del 2009 - Foto Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
Lo straordinario gol in sforbiciata di Flachi al 90' di Brescia-Modena del 2009 - Foto Reporter Zanardelli © www.giornaledibrescia.it
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Un cuore fasciato di blucerchiato che, in un angolino, ha anche un po’ di biancazzurro. Un cuore che però, un paio di settimane fa, gli ha lanciato un segnale forte, uno di quelli da recepire al volo. Francesco Flachi, icona della Samp (280 presenze e 110 gol con la Doria) ma anche ex rondinella di quella promozione in serie A del 2010 conquistata in rimonta partita dalla sua mezza rovesciata vincente al novantesimo col Modena, parla della sfida di domani al Ferraris, ma anche di quel principio d’infarto che non molti giorni fa l’ha colpito all’improvviso e dal quale si sta riprendendo: «Ora sto bene. Diciamo che sono ancora in convalescenza e devo rispettare certi paletti. Avevo avuto per un paio di giorni dei bruciori allo stomaco, poi è arrivato quel dolore intenso al petto che non passava. Per fortuna la mia vicina ha chiamato l’ambulanza che è arrivata in pochi minuti a sirene spiegate perché avevano intuito di cosa si trattasse: sono intervenuti subito, io sono sempre stato vigile. Ecco – sorride – non tutti i mali vengono per nuocere perché mi hanno fatto un bel tagliando e ho cominciato a ridurre massicciamente le sigarette. Ma ora – sorride ancora – parliamo di calcio…».

E allora, subito dentro Samp-Brescia: è chiaro dove la sua passione la porti, ma ha dei bei ricordi anche bresciani, no?

«Assolutamente. Tuttora ci sentiamo con alcuni dei miei ex compagni: domenica scorsa sono andato a trovare Possanzini e domani coglierò l’occasione di ritrovare Paghera, Edo Piovani e il direttore, grandi amici. Sono contento di ricordare quel gol (col Modena, ndr) che ci diede letteralmente la scossa per uscire da un brutto periodo e partire con la rincorsa. Diciamo che da lì in poi – ride – è peggiorata la mia situazione, ma almeno è migliorata quella del Brescia».

Quello attuale invece, che Brescia è?

«È una squadra diversa da quella che l’anno scorso strappò a Genova il pari all’ultimo respiro, perché ora ha acquisito consapevolezza. Può venire qui a giocarsela a viso aperto, nonostante accusi la mancanza di giocatori determinanti».

Come vede la Samp?

«Ha cambiato marcia trovando più compattezza e sicurezza. Sono molto forti là davanti con due giocatori come Coda e Tutino che possono far gol in qualsiasi momento. Soprattutto ora che Sottil ha trovato un’identità a centrocampo grazie a Kasami e Meulensteen, seppur ritengo che manchi ancora la continuità. E i filotti in B sono determinanti perché ti danno lo slancio a livello mentale».

Un Brescia che dovrà temere anche l’effetto Marassi?

«Eh beh, quello è un fattore importante. Ma può esserlo anche per le avversarie: giocare a Marassi è uno stimolo eccezionale a patto che ci sia personalità. Altrimenti intimorisce».

Che partita si aspetta?

«Aperta. Certo, il Brescia si può accontentare di portare via un risultato positivo, la Samp deve vincere per non perdere terreno dalle prime. Mi aspetto una Sampdoria concentrata, ma per vincere dovrà giocoforza concedere qualcosa e lì sta al Brescia approfittarne».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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