Calcio

È ufficiale: il Brescia è diventato specialista di calci piazzati. E ora segnano pure i difensori

I numeri della svolta delle rondinelle: dalla differenziazione dai gol all'efficacia sulle palle inattive. Ora si può davvero sognare la salvezza
Il gol di Ardyan contro il Cosenza - Foto New Reporter Casentini © www.giornaledibrescia.it
Il gol di Ardyan contro il Cosenza - Foto New Reporter Casentini © www.giornaledibrescia.it
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Il Brescia continua ad accatastare mattoncini. Uno dopo l’altro. Tempo fa, quando dall’attacco non pareva possibile spremere nemmeno una goccia, s’invocava maggiore concretezza sui calci piazzati. Lo fece per primo Daniele Gastaldello.

Che da quando ha iniziato a picchiettare su questo tasto in allenamento ha scoperchiato un forziere, il cui contenuto sono i sei gol su palla inattiva nelle ultime sette partite di campionato. Un’enormità, per una squadra che ha sì implementato – e pure di molto – la propria voluminosità offensiva, ma resta pur sempre uno degli attacchi meno prolifici del campionato.

Gol su piazzato: che impatto sul totale

C’è un altro dato confortante: il Brescia ha superato la propria «oligarchia» del gol. Prima si segnava poco, e soprattutto segnavano sempre gli stessi. Nelle ultime due partite, in particolare, sono saliti in cattedra i difensori: a Reggio Calabria Mangraviti ha sbloccato il punteggio con una girata da «nove» navigato (di nuovo: su piazzato), ieri col Cosenza il gol-vittoria lo ha firmato Andrea Cistana. La sesta rete su situazione da fermo di quest’ultima serie, si diceva, ma anche la prima di testa.

Anche qui, una piccola conquista: il Brescia ha differenziato il proprio modo di trovare il gol. Non soltanto su azione. Come evidenzia Kama Sport, il 24.14% delle reti segnate dalla squadra di Gastaldello ha avuto origine da palle inattive. È un dato in rapida ascesa: fino a qualche settimana fa i biancazzurri galleggiavano nelle ultime posizioni, oggi hanno il sesto indice percentuale più alto del campionato. Un bel balzo, nel quale è forse racchiusa l’essenza della svolta di una squadra tornata a sognare ardentemente.

Più tiri e più occasioni del Cosenza

La crescita si riscontra anche nei numeri più specifici della gara contro il Cosenza. Nel contesto di un primo tempo «ovattato», giocato sul filo di un equilibrio imperturbato, e di una ripresa dominata in lungo e in largo dal Brescia, tutti i dati offensivi tratteggiano una supremazia globale e netta delle rondinelle. Che a differenza delle ultime gare non si sono limitate ad essere più concrete sottoporta, ma hanno anche prodotto più occasioni, transizioni, conclusioni: 16 in totale, contro le 10 dei calabresi.

Il rapporto è simile anche nei tiri verso lo specchio: 7 per il Brescia, 4 per la squadra di Viali. I biancazzurri hanno imbastito più chance, 13. Il divario in questo caso non è particolarmente ampio: le occasioni dei rossoblù sono state 11, ma se si esclude il primo segmento di gara di rado hanno prodotto pericoli concreti. E soprattutto il Brescia è riuscito a concretizzarne il 15.38%, il Cosenza non più del 9.09%. Più efficacia, più convinzione… e soprattutto più punti. Il nuovo Brescia ha il volto feroce di chi, uscito (provvisoriamente) dall’inferno, non ha alcuna intenzione di ritornarvi. Con questi numeri, l’impresa è possibile.

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