Calcio

E adesso il nuovo Brescia aspetta il vecchio amico Corini

Lunedì a pranzo col Palermo una gara speciale a 360 gradi tra necessità di ripartenza e amarcord emozionanti
Alfredo Aglietti al lavoro sul campo -  New Reporter  © www.giornaledibrescia.it
Alfredo Aglietti al lavoro sul campo - New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Ricorrenza speciale, pranzo speciale, invitato speciale: ospite di un Santo Stefano non convenzionale, ma non inedito (4 precedenti, con 4 vittorie per il Brescia), niente meno che Eugenio Corini. L’uomo della cavalcata promozione, l’uomo al quale l’anno scorso il Brescia si aggrappò in corsa per un’altra missione serie A mancata per una goccia (di Latte Lath) e col sogno poi definitivamente naufragato a Monza. Gioia e mazzate, andata e ritorno: è stato composto di tanto e di tutto il percorso bresciano del Genio di Bagnolo che accettò la passata stagione di passare sopra ai precedenti gravi dissidi con Cellino, che rinunciò a soldi pesanti e anche a mettere in discussione la sua immagine immacolata di eroe del 2019 solo per amor di Brescia.

Poi lasciato, sempre per amore e nel segno di una incontestabile onestà intellettuale marchio di fabbrica del bagnolese, pur potendo contare su un altro anno di contratto: «Perché era arrivato il momento di chiudere» ha detto Corini parlando di una partita «che segna per me un ritorno speciale. Porto nel cuore la squadra della serie A. Cellino? Mi resta il rammarico, e anche a lui, di non essermi giocato la A come avrei voluto, ma lo ringrazio per il continuo confronto e talvolta scontro. Un allenatore deve sempre avere la forza mentale di mettere in campo una squadra che ritiene sua e mi è sempre stato permesso di farlo».

Vecchio corso: Eugenio Corini e Massimo Celino sorridenti  - © www.giornaledibrescia.it
Vecchio corso: Eugenio Corini e Massimo Celino sorridenti - © www.giornaledibrescia.it

La partita

Questo per quanto riguarda il capitolo emozionale di una sfida di (post) Natale che se per il Palermo - già battuto a Mompiano 3-2 in un match all’ora di pranzo nel 2010 - metterà in palio la possibilità di sorpassare le rondinelle in classifica (i rosanero cercano il quinto risultato utile di fila, ma fuori casa zoppicano: presi solo 8 punti lontano dal Barbera), per il «nuovo Brescia» questo appuntamento deve significare l’occasione per una ripartenza.

Alle spalle giorni tumultuosi, tra l’esonero (contestabile solo per il metodo, non per numeri e mancati contenuti di squadra) di Clotet, l’arrivo di Aglietti e i potenti rumors circa i primi movimenti concreti attorno al club nell’ottica di un potenziale passaggio di mano. Mai sereni, tanto per cambiare. Stabilità nell’instabilità cercansi e tocca ora al pratico Aglietti trovare l’innesco di una squadra dal motore (testa e gambe) sporco. Sarà ancora un Brescia rabberciato essendo fuori per vari motivi Cistana, Karacic e Adorni, mentre Ndoj non è al top e Bisoli torna dopo 4 gare: se dunque le stelle non si possono pretendere, la voglia di riscatto «morale» dopo due partite figuraccia contro Parma e Pisa, quello assolutamente sì.

Punto primo: ritrovare, se c’è ed è forte, un gruppo che da Clotet si era scollato e che ora è chiamato a dimostrare che le difficoltà e i problemi sono realmente derivati dalla perdita della bussola - smarrita nei contorsionismi che hanno caratterizzato il rapporto con Cellino - dell’allenatore. Quello di lunedì, è un banco di prova per tutti. Compreso lo stesso Cellino che deve dimostrare di aver individuato, nel rimuovere Clotet, la luna e non il dito. Per Aglietti, si profila un debutto che richiede sangue freddo e buonsenso nelle scelte. Sarà l’ultima dell’anno prima di entrare in un 2023 immersi con un gennaio che tra temi di mercato, tribunali e possibile apertura di scenari societari, mette i brividi. Meglio non pensarci. Nel frattempo: buon Natale ai pochi, forti e veri cuori biancazzurri.

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