Da Inzaghi un sì convinto al rientro, ma molti nodi da sciogliere

Ci poteva stare veramente di tutto. Anche che Pippo Inzaghi chiudesse il cerchio con delle dimissioni. E il fatto che si sia presentato all’appuntamento che ieri sera gli era stato fissato in sede alle 19 dopo i rocamboleschi fatti del pomeriggio, con l’avvocato Sara Agostini (che fa parte del pool di professionisti dell’agente di mister Pippo, Tullio Tinti) aveva portato a tenere in grande considerazione questa ipotesi. Inoltre, dopo un’ora e mezza di colloquio con Marroccu, Inzaghi è uscito dagli uffici di via Solferino con un volto più scuro - o forse è stata una suggestione - di quando era entrato. «Inzaghi non può rilasciare dichiarazoni» è prontamente intervenuta Agostini e se è rimasta cucita la bocca di Pippo, anche da casa Brescia è scoccata l’ora del silenzio: forse, per tutti, l’unica strada percorribile dopo giorni che sono stati pesanti come anni.
Al momento, lo scenario che è stato possibile ricostruire a ogni modo è il seguente: non solo niente dimissioni e non solo una permanenza eventualmente dettata da una clausola contrattuale iper garantista della panchina, ma anzi una convinzione feroce nel voler riprendere un cammino che di fatto non si è mai interrotto. Con voglia e forza rinnovata di perseguire in tutti i modi la missione di portare il Brescia in serie A. Con una nuova energia, quella che nello scorso fine settimana era sembrato fosse sparita.Pippo vuole rilanciare
Cellino e Marroccu avevano pensato così: «Inzaghi in tutta la gestione - aveva detto in conferenza Marroccu - è sempre stato un martello e l’energia non l’ha mai persa salvo nell’ultimo weekend... Se lo stato d’animo di Inzaghi nelle ultime gare si era riflesso sulla squadra? Ci sono state partite difficili e a quelle casalinghe la squadra è arrivata anche con un carico di pressione». Insomma Inzaghi vuole rilanciare e vorrebbe poterlo fare anche sulla base di nuovi presupposti anche nei rapporti con Cellino che si era esposto parlando di «vedute diventate incolmabili»
Pippo penserebbe di poterle colmare pur da sfiduciato. Ma ecco il punto. È stata una notte da telefoni accessi e avvocati allertati e solo questa mattina sapremo veramente se Inzaghi tornerà al lavoro. Cellino ieri era di rientro da Londra, è tornato tardi e subito c’è stato un summit con Marroccu. La situazione era molto tesa e oggi ogni epilogo è possibile. Situazione da «1-X-2» senza poter escludere nulla.
E la squadra?
Gli ultimi due giorni li ha patiti moltissimo: «La squadra - ancora parole di Marroccu - da questo scossone può solo trarre cose buone e può essere una occasione di crescita». Se Inzaghi resterà quindi la sola strada sarà cercare di trasformare in una (stavolta) involontaria strategia un incredibile pasticcio. Perché davvero, a quanto pare, nell’allenatore prevale più la voglia di «rivalsa», più la voglia di dimostrare che la sua cacciata era stata un’enorme sbaglio che non l’«offesa» per il torto che ritiene di aver subito. Ma se non ci saranno margini gli avvocati di cui sopra si metteranno al lavoro e si cercherà una soluzione anche per superare la clausola. Come detto nel pezzo a fianco, tutti credono di avere delle ragioni. E se Inzaghi non tornasse? Tutto prematuro: potrebbe tornare un’idea Liverani, o Gastaldello con tutor.
E Diego Lopez? Ieri è rimasto tutto il giorno in una palazzina del centro sportivo di Torbole da dove se n’è andato a mezza sera. Questa mattina ripartirà. Chi lo ha incontrato e ci ha scambiato qualche parola lo ha definito tutto sommato sereno. Forse persino liberato.
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