Calcio

Coperta corta e paura: così il Brescia si riscopre sul filo

Il pari con lo Spezia non ha sciolto i nodi, ma Cellino vuole tirare dritto: «Ora limitiamo i danni»
Rolando Maran vive un momento delicato - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Rolando Maran vive un momento delicato - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Alla prossima. «Cercando di limitare i danni». In attesa di tempi migliori che potrebbero/dovrebbero coincidere con il recupero di chi così tanto sta mancando. Ma nel frattempo, visto che quantomeno per Bisoli (che tuttavia ha preso a correre sul campo) e Moncini si tratta di arrivare al dopo sosta mentre Galazzi è un punto di domanda, occorre a stringere i denti.

Il presidente

Massimo Cellino, patron delle rondinelle - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino, patron delle rondinelle - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

E la prima domanda non è: ci riuscirà il Brescia? Bensì: ci riuscirà Massimo Cellino. Perché purtroppo tocca anche dar conto della cronaca degli umori di via Solferino, dalle stanze presidenziali. A maggior ragione dopo che ci si era lasciati con una serale che aveva visto il numero uno del club lasciare lo stadio di umore nero e per nulla ben disposto verso chicchessia tra allenatore, giocatori, arbitraggio.

A freddo

Non era contento, per niente. E ancora non lo è. Ma come tra l’ogni tanto e lo spesso accade, a bocce ferme lo stato d’animo di Cellino si è un po’ «raddrizzato». E quindi, ha virato su un «limitiamo i danni» che ripete a tutti quelli che ha intorno. Non vuole arrivare a cambiare allenatore e per questo sarebbe tornato alla volontà della vigilia della partita contro lo Spezia: supportare al massimo Rolando Maran e non farlo sentire solo.

Anche se, come detto, i motivi di malumore nei confronti del tecnico trentino non mancano. Scavando, emerge che in generale da Maran, vorrebbe che anche in un momento di così oggettiva difficoltà osasse sempre quel che si può per come si può e che ci fosse un ancor più ampio coinvolgimento di tutti gli effettivi. Però «sarebbe troppo facile cambiare allenatore e io non voglio» ha fatto filtrare ieri dai suoi collaboratori.

Il desiderio

I giocatori sotto la curva a ringraziare i tifosi: ora serve compattezza - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
I giocatori sotto la curva a ringraziare i tifosi: ora serve compattezza - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Insomma: se ne deve uscire, in qualche modo, così e tutti insieme. Si deve arrivare alla sosta con tutti al proprio posto e con gli stessi, più i recuperati, si vorrebbe ripartire dopo. Dal canto suo, Rolando Maran è troppo intelligente ed è troppo esperto per non sapere che il peso più grosso e grande sulle spalle tocca a lui. Che dal suo punto di vista, pensa solo agli aspetti sui quali può realmente incidere. Quindi testa al campo ripartendo da un punto che ha giudicato e giudica buono partendo dalla reazione che ha portato alla rimonta e dall’aver visto una squadra viva.

Per inciso: una squadra che è da sempre al fianco del proprio allenatore. Al quale deve molto e al quale, dunque, deve dimostrare sempre di più. Tornando alla partita con lo Spezia, il buono che cola è stato l’aver rischiato poco (anche se poi è bastato poco per prendere gol con la porta aperta da sei turni) e l’aver bucato una difesa che era quasi impermeabile. Però, attorno a questi aspetti c’è tanto da costruire e ricostruire. Perché dopo mesi di vento in poppa, ai primi refoli, il Brescia si è riscoperto sul filo e troppo esposto ai venti della paura. Anche qui: è bastato poco per ritrovarsi tutti – giocatori, allenatore e ambiente – avvolti dalla negatività. Ed è un gatto che si morde la coda, con tutti che influenzano e contagiano tutti. Sul filo, il Brescia si ritrova anche a causa di una coperta cortissima e tanti punti di domanda tra un Bertagnoli che non risponde agli stimoli come si spererebbe, un Bianchi ormai comparsa, un Paghera scivolato nelle gerarchie e in difficoltà quando viene chiamato in causa, un Buhagiar che non esiste eccetera eccetera.

L'esultanza di Verreth contro lo Spezia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
L'esultanza di Verreth contro lo Spezia - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Aspettative

Poi, come sempre e come è già capitato di esporre, bisogna intendersi su quelle che sono le reali possibilità di questa squadra che completa è una cosa, incompleta un’altra. È chiaro per tutti, ma non comunque per Cellino che continua a ritenere questa squadra forte. E che però andrebbe, secondo lui, pensata sempre e solo per provare a vincere a costo di perdere lasciando al bando la prudenza. Quella che ha ritenuto eccessiva con lo Spezia in avvio e anche nel finale, quando ci si è ritrovati con l’uomo in più.

Quella di martedì, va detto, è stata anche la seconda partita di tre in un settimana. E la seconda tradizionalmente è anche la più difficile. A maggior ragione per una squadra in cerca del modo di scacciare i guai eppur preda della paura e che forse è in calo anche fisicamente. Dunque, che fare? Pensare che domani è un altro giorno e si vedrà. Solo che ora, non può che esserci sete d’impresa domenica a Marassi in un quadro che vede il Brescia senza vittorie da un mese, senza blitz da due e con la miseria di due punti presi in 4 gare. Con una classifica che, peraltro, è come la coperta biancazzurra: cortissima anch’essa. E si torna daccapo. Alla prossima.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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