Calcio

Con Stroppa e Colpani insieme al Monza in A c'è un po' di Brescia

Il tecnico ormai da molti anni vive nella nostra provincia mentre il centrocampista è sanzenese doc
Giovanni Stroppa dopo aver conquistato la serie A
Giovanni Stroppa dopo aver conquistato la serie A
AA

C’è un po’ di Brescia che ha raggiunto davvero la serie A. Anche passando sopra alle speranze e ai sogni del Brescia stesso. La prima volta nella massima serie del Monza porta due firme nostrane, quella di un bresciano acquisito come Giovanni Stroppa e quella di un indigeno come Andrea Colpani. Il tecnico dei brianzoli è stato il vero artefice dell’exploit dei biancorossi: criticato per la partenza non in linea con le attese, acclamato per la rincorsa del girone di ritorno, ri-criticato per la mancata promozione diretta, infine osannato, l’ospitalettese (è lì che abita con la famiglia) ha portato a termine una missione che doveva essere a colpo sicuro, almeno sulla carta e nei pronostici, e che invece è stata raggiunta solo nei supplementari della finale.

Ma se è vero, come è vero, che alla fine è il campo e non la carta l’unico inappellabile giudice e che i traguardi conquistati all’ultimo dopo sofferenza e paura di non farcela sono i più (forse...) soddisfacenti, ecco che la promozione - la seconda in tre stagioni dalla B alla A dopo quella con il Crotone - storica per il club del duo Berlusconi-Galliani non può che riconoscerlo come protagonista assoluto. Ed a proposito del duo dirigenziale, sono state al miele le parole di Stroppa dopo il match col Pisa: «Questa è una promozione meritata soprattutto per lo spessore della dirigenza, che è chiaramente di una categoria superiore. Da Berlusconi e Galliani mi aspettavo un rapporto più pressante, invece sono stati per me risorse incredibili. Galliani spalla quotidiana, sempre sereno e tranquillo; con Berlusconi ci siamo confrontati tutte le settimane, avendo da parte sua un rispetto incredibile nei miei confronti. Insomma, sono stati sempre presenti e pronti a supportarmi. Senza dimenticare il direttore Antonelli».

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Uno Stroppa che ha sempre avuto parole di elogio per il Brescia (anche perché l’umore post gara - direbbero i maligni -, nei quattro confronti tra campionato e play off contro le rondinelle, chiusi con tre vittorie e un pari, era certamente dei migliori), fors’anche per quel po’ di brescianità acquisita che in fondo sente dentro. Una brescianità che invece Colpani ha addosso dalla nascita. Il 23enne centrocampista offensivo di S. Zeno è stato protagonista in campo: 35 presenze (comprese le tre negli spareggi) e 5 gol per lui dopo le 25 della stagione scorsa, quando quella serie A l’aveva solo sfiorata.

Figlio unico e nipote d’arte - lo zio, il fratello di mamma Laura, è Paolo Bravo, direttore sportivo del Südtirol neopromosso in B -, aveva mosso i primi passi nelle giovanili della Leonessa, ma fu l’Atalanta (della quale è ancora tesserato) a dargli maggiori garanzie e quindi, seppur da dichiarato tifoso delle rondinelle, è stato il nerazzurro a offrirgli la wild card per una carriera da professionista con i prestiti prima a Trapani e poi, nell’ultimo biennio, al Monza. Dove la serie A se l’è presa sul campo. Portando così, con Stroppa, anche un po’ di Brescia in paradiso.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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