Calcio

Brescia, un clima sospeso a fare da sfondo a una strana ripartenza

Oggi al via la preparazione con gli stessi interpreti del flop in attesa domani del collegio di garanzia
Il capitano del Brescia Dimitri Bisoli - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il capitano del Brescia Dimitri Bisoli - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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Ok...respira. Un bel respiro profondo, di quelli che servono a calmare i nervi, a rimettere in ordine i pensieri e, possibilmente, avviare un reset.

Non che gli altri anni le ripartenze del Brescia siano state caratterizzate da frizzi e lazzi - a prescindere dal momento e dalle condizioni di partenza, la gioia non è mai stata un tratto della gestione celliniana -, ma davvero solo un marziano non comprenderebbe che questa volta è differente da tutte le altre.

Perché per cominciare c’è un clima sospeso in attesa di riprendersi anche ufficialmente possesso della serie B: domani, con l’udienza del collegio di garanzia del Coni che vale come terzo grado di giudizio nella giustizia sportiva, se andrà come deve andare, i sospiri di sollievo potranno essere ufficialmente sdoganati in attesa di un brindisino da riservare eventualmente per il 28 luglio, quando il consiglio federale ratificherá la riammissione del Brescia. Tra l’altro: domani, 17 luglio - al di là di una data che numericamente per Cellino è come la kriptonite per Superman - cade il compleanno numero 112 del club. Può essere quindi un giorno «specialissimo» (licenza poetica) a maggior ragione.

Si dirà a ogni modo, tornando al nocciolo, che il Brescia un clima sospeso lo ha già vissuto non troppo tempo fa, nel 2015, quando pure si ritrovò a cavallo fra la C e la B. Vero: ma quel Brescia che poi venne ripescato, sul campo si sarebbe salvato. Pesó una penalizzazione di 6 punti figlia delle difficoltà economiche del tempo e della fase crepuscolare di Corioni. Stavolta è tutto il contrario: i conti sono meritoriamente rose e fiori.

Tutto il resto, no. Quel «resto», tra ambiente e rapporti e lacune di vario tipo che hanno determinato l’imbarazzante retrocessione di poco più di 40 giorni fa, oggi lo ritroveremo intatto, ai nastri di una partenza che non si sa bene come definire.

Stesso allenatore, stessi giocatori, stessa incertezza sui piani tutto intorno. Il solo elemento di novità è rappresentato da un direttore sportivo, Renzo Castagnini, al quale - se gli sarà conferita la necessaria forza - spetterà il compito di ricostruzione di equilibri interni fragilissimi in una squadra fragilissima, che inoltre deve smaltire scorie e con una situazione contrattuale generale che richiede attente e corpose valutazioni considerando anche le motivazioni ai minimi termini dei protagonisti. Tuttavia chiamati a uno sforzo perché al di là di indubbie attenuanti, la scorsa stagione c’erano anche loro. Soprattutto loro.

I punti

La curiosità principale resta comunque quella di capire come approccerà Daniele Gastaldello, osservato specialissimo alla sua prima volta da inizio stagione e però di nuovo in un clima di ostilità e perplessità sull’opportunità di una conferma voluta da Cellino: riduttivo definire di fiducia il rapporto tra i due. Tra i quali si apre comunque una nuova fase: perché un conto finora è stato ricorrere a Gastaldello nel momento del bisogno estremo, un altro è conferirgli un pieno mandato da inizio stagione. Il rischio poi di aver scelto la continuità su tutta la linea, nell’insieme, è che alle prime difficoltà, si verifichino rigurgiti figli della passata stagione, tra rimostranze e fatti mai digeriti oltre che ancora non affrontati nemmeno a parole: qualche analisi avrebbe aiutato.

Il rischio, in buona sostanza, di non riuscire a liberarsi mai del fantasma di un’annata devastante è altissimo. Oggi, toccherà a tecnico e direttore sportivo illustrare sensazioni e linee guida. Un punto fermo intanto c’è: l’indifferenza nella quale il Brescia che nel pomeriggio riprende a correre a Torbole, è ripiombato. Ok, respira: si riparte. Cosa nasconderà questo eterno presente?

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