Calcio

Brescia, si entra nella fase due: adesso tocca anche a Cellino

Gettate le basi con buone sensazioni e novità tattiche. È il momento di dare qualità e più profondità alla rosa: Maran aspetta almeno un difensore e un attaccante
Massimo Cellino dovrebbe tornare operativo questa settimana - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino dovrebbe tornare operativo questa settimana - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
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Procedura di decollo ultimata. Ora, data per tempo la direzione - quella di un campionato di vertice - si tratta di trovare la propria quota, assestarsi, e navigare lineari. La fase uno, quella di avviamento dei motori, rullaggio e partenza, è toccata a Rolando Maran.

Il Brescia si è lasciato alle spalle i primi 20 giorni di lavoro e le prime sgambate. Come è andata? Bene. Sarebbe potuta andare benissimo senza gli inciampi fisici da preparazione. Ma nel complesso, nulla che non facesse parte del gioco. Sicché, non solo si può, ma è giusto parlare di premesse incoraggianti.

Alchimia

Lo spirito, per cominciare, è quello giusto. E, al netto del peso dei differenti valori tecnici tra una squadra e l’altra, confermiamo la sensazione che ci pervase agli albori della passata stagione, ma che divenne qualcosa di concreto solo con l’avvento di Maran: le alchimie di squadra inteso come gruppo, sono le stesse dell’annata dell’ultima promozione.

Quel Brescia, che pure vantava un cobra del gol come Donnarumma e un altro bomber che seppe essere implacabile come Torregrossa e un califfo della difesa come Romagnoli, non era comunque la squadra più forte del campionato: ma riuscì a esserlo con quel qualcosa in più che non si conta come si possono contare i dribbling o i passaggi. Quello era un grande gruppo (ribadiamo: il raffronto è soltanto su questa voce) e questo è un grande gruppo. La sintonia è palpabile tra i giocatori e, come per una specie di proprietà transitiva, lo è anche quella tra i giocatori e mister Rolly.

Dunque, il punto di partenza di questa annata, è il punto d’arrivo della passata. Il che significa che la gran cavalcata non era stata un «fake», un fuoco che s’era sprigionato per caso. Fondamenta profonde, basi solide. Quello che doveva essere fatto durante i primi giorni di allenamenti, è stato fatto. Compresi i lavori di sviluppo in «altezza» della squadra con Maran che sta cercando di dare nuove soluzioni di gioco, più imprevedibilità.

A disposizione

Ora, si tratta naturalmente anche di avere tutti a disposizione. I palati raffinatissimi dimenticano infatti, ad esempio, che fin qui non è ancora entrato in scena Borrelli, che Moncini ha 45’ nelle gambe, che in mezzo al campo senza Besaggio è mancata una rotazione di primo piano... Si tratterà poi di essere assistiti anche da un po’ di fortuna ricordando che lo scorso anno in stagione ci si è arrangiati con meno di «mezzo» Cistana, che Borrelli nel ritorno ha giocato col contagocce, che Moncini è arrivato nel finale su una gamba sola, che tra i pali si sono alternati tre portieri...

Considerazioni, che ci proiettano dritti al punto: se le basi ci sono, se lo sviluppo in «altezza tattica» è iniziato, ora serve dare il via al lavori in profondità. Per arrivare a competere davvero, a giocarsi le proprie carte, il Brescia dovrà avere una rosa con almeno 15-16 titolari. Ovvero, chi siederà in panchina dovrà essere equivalente a chi gioca. Non un «uno vale uno», ma quasi.

Quel che serve, non è una rosa lunga in quanto tale, ma che sia funzionale e chirurgica. Solo così e su questo piano la si può mettere contro chi da altre parti partecipa al gioco potendo permettersi di posare sul piatto milioni in abbondanza. Con i soldi, la storia della serie B insegna, si vince molto più facile. E solo chi ne dispone può filosofeggiare sostenendo che non contino. Sulla strada per il successo, sono una bella scorciatoia, altroché.

Raffronti

Per fortuna però, pur contribuendo a farla, da soli i soldi non fanno la felicità (e guai a piangersi addosso e a focalizzarsi solo sul verde - o i «verdoni» dei prati vicini: tanto varrebbe starsene a casa...). È evidente che il Brescia non può sulla carta parametrarsi con Palermo, Sassuolo, Cremonese - e chissà chi altro - di turno. Però tutte giocano nello stesso campionato.

Il belga Verreth è ancora tutto da scoprire - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Il belga Verreth è ancora tutto da scoprire - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Ed è ovvio che un Brescia già competitivo nel suo orticello dei titolari, vada armato. Intanto, se su Corrado si è andati abbastanza sul sicuro e infatti è già più che promosso, se Buhagiar è lì in sospeso, ma si tratta di un «di più» che se è azzeccato bene altrimenti pace, pesa non avere ancora una idea ben precisa di Verreth. Che qualcosa ha lasciato intravedere e qualche vibrazione positiva l’ha innescata, che dentro piace anche per il tipo di personalità («è sveglio», abbiamo spesso sentito ripetere), ma che non è ancora ben chiaro se sia davvero quel miglioramento deciso e decisivo di cui in mezzo c’è bisogno: perché quella pedina davanti alla difesa fa troppo la differenza.

Se è azzeccata, nei titolari, il Brescia già competitivo se la gioca con chicchessia. E allora sì: se fin qui tutti hanno fatto la propria parte, la morale è che ora, per dare il via alla fase due, tocca ancora a Massimo Cellino che si preso il suo tradizionale periodo di riposo di luglio. Un periodo durante il quale cala il silenzio e poco si sa e nulla succede in un clima come di sospensione e di attesa.

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Lumezzane-Brescia: iI commento di Rolando Maran

«Confido nell’entusiasmo di Cellino» ha detto sabato Maran che aspetta (almeno) un difensore (sarà un under, piace sempre Calvani del Genoa), un attaccante (il nome di Olivieri è sempre caldo) e che lo stesso presidente valuti con i suoi occhi le necessità della squadra. Le poche cose che vanno fatte, devono essere fatte molto bene.

Da oggi o domani, dovrebbe tornare operativo e il prossimo test con il Genoa potrebbe essere illuminante per fare il punto e agire. Vero: restano altri 33 giorni di mercato, ma da qui alla fine si giocheranno 4 turni di campionato e per cullare le proprie ambizioni, bisogna partire forte e completi. Fin qui, dando continuità tecnica e dirigenziale e investendo su Borrelli, Cellino ha fatto «30»: ora serve che faccia «31».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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