Calcio

Brescia, sfida con il Pordenone per toccare il cielo

Alle 16.15 la partita al Rigamonti che, col Pisa in campo dopodomani, mette in palio la vetta almeno per una notte
Sarà Bajic a guidare l’assalto del Brescia al Pordenone
Sarà Bajic a guidare l’assalto del Brescia al Pordenone
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Il miglior attacco contro il peggior attacco e la peggior difesa. Secondi - con la possibilità di trascorrere (almeno) 24 ore da primatisti - contro ultimi e ancora a secco di vittorie. Incapaci oltretutto di mettere a segno colpi in esterna da 13 viaggi di fila. I pianeti sono tutti allineati e la tavola è apparecchiata per il Brescia: questi sono i presupposti della partita che la squadra di Inzaghi gioca oggi alle 16.15 contro il Pordenone.

Eccola qui la classica partita che il Brescia deve vincere e che solo il Brescia può sbagliare. La classica sfida che il Brescia deve giocare prima di tutto con se stesso misurando consapevolezza e fiducia con l’adeguata umiltà a controbilanciare le sacrosante aspettative. Sembra aria fritta. Ma le basi della gara che si gioca oggi, sono molto simili a quelle della partita del 3 ottobre scorso, prima della sosta, tra un Brescia che inseguiva il Pisa capolista con la prospettiva del sorpasso in testa dopo il fantastico blitz in casa di un Ascoli da vertice, contro un Como che stava ancora prendendo le misure alla B.

Pari pari, prima di una nuova sosta, oggi il Brescia arriva da un fantastico colpo a Benevento e vede la possibilità di sorpasso in vetta il Pisa. Sappiamo come andò: e la storia va conosciuta, non cancellata. Fatto il debito ammonimento, torniamo però a bomba: quella odierna è una partita che va vinta per andare a impacchettare i 7 punti presi in tre big match. «Col Pordenone è la partita più importante» ha detto e ripetuto Inzaghi e non è retorica: per vincere i campionati occorre prima di tutto non sbagliare le partite alla piena portata, specialmente in casa, per poi giocarsi tutto negli scontri diretti.

È l classica gara che può valare la svolta se non definitiva, decisiva. Finora Bisoli & co. possono essere considerati degli specialisti - killer delle big - nella seconda parte del «piano campionato» mentre devono affinare i metodi per quando riguarda la prima parte con un jolly e mezzo già giocati contro Crotone e Como. Va equilibrato il bilancio tra rendimento in casa (8 punti) e fuori (13 punti). La missione dunque è già scritta: evitare il trappolone, schivare la buccia di banana che il Pordenone è. E occhio davvero a questi «ramarri» che con Tedino, terzo allenatore della stagione, anche grazie a un sistema di gioco meno pretenzioso e più rassicurante - 4-4-2 d’ordinanza - stanno riacquistando perlomeno dignità e voglia di combattere: chiedere informazioni a Pisa e Cremonese prese sul pareggio in pieno recupero: quella che è la «zona Brescia», in piccolo è anche una «zona Pordenone».

Quel che sappiamo, a ogni modo, è che questo Brescia pre sosta novembrina, non è lo stesso Brescia del pre sosta ottobrina: in un mese ha perso alcuni riferimenti e ne ha trovati altri. In un mese, si è ripensato e modulato trovando solidità difensiva e riavvolgendo il nastro di una fase offensiva meno a mitraglia, ma più mirata. E quindi efficace. Si chiama maturazione nel corso di un processo accompagnato passo passo da un Inzaghi a sua volta sempre più autorevole. Come la sua squadra che gli somiglia sempre più e alla quale lui somiglia sempre più. Questa si chiama connessione. Attraverso la quale sfruttare l’allineamento dei pianeti per andare a toccare il cielo con un dito: perché tutte le partite sono importanti, ma qualcuna di più. Questa, è quella del di più.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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