Brescia, Sabelli è davvero pronto al bis

Nessuno se l’aspettava. E quasi nessuno crede sia realmente possibile. L’indiscrezione relativa al ritorno di Stefano Sabelli a Brescia ha fatto rumore. E ribadiamo: è più che concreta. In barba alle evidenze di una rottura, prima di tutto umana, che si consumò tra il giocatore e Massimo Cellino. In un brutto gioco che finì per diventare - sulle macerie di una delle retrocessioni dalla serie A più ingloriose di sempre - una spirale senza fine di risentimento reciproco che oltre a Sabelli coinvolse a vario titolo e con varie gradazioni e sfumature pure altri eroi della promozione ’18-19.
Nel gennaio dello scorso anno, fu quindi triste e da dimenticare l’epilogo della storia Sabelli-Brescia col giocatore che - ormai sul campo solo spento e nervoso - si accasò sei mesi a Empoli (prima del Genoa). Questo il quadro relativo al «dove e come eravamo rimasti» altrimenti non si comprenderebbe perché la possibilità del ritorno di Sabelli tanto stuzzica quanto colpisce.
Nel momento in cui il giocatore ha capito che dal progetto Genoa in serie A era tagliato fuori, ha iniziato a ripensare a dove era stato felice: a Brescia. Dove Sabelli ha lasciato amici e conoscenti. Bene informati, che dicono che i problemi del terzino 29enne erano tutti con il presidente col quale i livelli di scontro erano stati elevati. Il giocatore ha iniziato a mandare segnali, inizialmente raccolti da Marroccu.
Fino a che Sabelli non ha fatto la mossa di contattare direttamente Cellino colpendo nel segno: il confronto è servito per chiarire il passato, siglare una clamorosa e reale pace e parlare di un presente ancora insieme. Che sarebbe da costruire, intanto, sulla base di un prestito di 6 mesi. Il giocatore è motivatissimo a ripresentarsi nella sua miglior veste: ovvero quella del ’18-19 di top terzino della categoria. Le valutazioni sull’opportunità di riportarlo «a casa» sono totalmente razionali: sono tecnico tattiche, perché in B Sabelli sa fare la differenza come pochi altri e sono anche caratteriali perché il giocatore ha una personalità decisiva e che in squadra manca.
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La ragione insomma dice che se ci sono le basi, è proprio da fare: e in due giorni si può. E Inzaghi? Sarebbe felicissimo di un innesto del genere. Che sarebbe pure il miglior segnale che al di là di un gioco delle parti, Cellino ha ben presente che questa squadra va rinforzata con elementi di spessore tecnico, tattico e caratteriale perché un miglior contesto aiuterebbe anche la crescita di quei giovani che gli stanno a cuore, ma che hanno bisogno di esempi.
Se Sabelli arriverà come pare a brevissimo, ci si potrebbe prendere più tempo anche per esaminare i nomi dei possibili sostituti di Chancellor: Modolo e Adorni sono ipotesi, ma l’impressione è che ci siano alcune carte coperte. Idem per il centrocampo. Per quanto riguarda l’attacco, l’idea è di trovare una punta da tanti gol, ma dovrebbe liberarsi prima un posto. E comunque questo discorso, se decollerà, rientrerà nell’ambito di un giro di attaccanti che può innescarsi con coinvolti oltre a Forte (il sogno), anche Moncini (Benevento), Colombo (Spal) e Cerri (Como).
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