Calcio

Brescia, il gelo con Cellino tra i nodi da sciogliere per Maran

Il tecnico è tornato al lavoro molto carico, ma accolto con una riga di comunicato. E il presidente a Torbole non c’era
Maran è pronto a vivere una nuova avventura alla guida del Brescia - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Maran è pronto a vivere una nuova avventura alla guida del Brescia - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
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Passano le stagioni, passano – soprattutto – gli allenatori, passano i giocatori. E intanto, già che ci siamo, passa anche la passione. Un mucchio di persone, campionati e sentimenti che puntualmente finiscono sepolti da un carico di paure, tensioni e interrogativi di fronte a modus operandi che non contemplano cortesia: non nella forma, non nella sostanza.

È stato così in occasione del siluramento di Rolando Maran poco meno di due mesi fa, e così è stato anche in occasione della «staffetta» tra Pierpaolo Bisoli e Maran stesso. Gli esoneri fanno parte del gioco e del rischio, ma come sempre ci sono modi e modi. E quelli del Brescia sono sempre tali da rendere difficile il compito di rimanere nel seminato delle valutazioni e delle opinioni che restino puramente sul versante puramente d’opportunità calcistica.

La scelta

Certo, è sempre meglio una delusione vera di una gioia finta così come una brutta verità a una bella bugia. E così, perlomeno sappiamo già che la richiamata di Rolando Maran è stata più «un obbligo» (da contratto in essere) che non una precisa scelta da parte di un Massimo Cellino che aveva congedato con parole al veleno il tecnico trentino riaccolto ieri con una riga di comunicato.

Questa: «si comunica che l’incarico viene assegnato al sig. Rolando Maran, il quale dirigerà l’allenamento nel pomeriggio». Nessuna ipocrisia, perlomeno. Poco sopra, era riportata l’ufficialità dell’esonero di Pierpaolo Bisoli al quale «rivolgiamo i nostri ringraziamenti per il lavoro svolto con grande impegno e professionalità». Un congedo da considerare con onore: i codici celliniani non contemplano fronzoli, pertanto questo è un saluto da definire molto affettuoso.

Bisolone ha preso male l’esonero perché, semplicemente, non se lo aspettava e a quanto pare, è più seccato con Renzo Castagnini che non con Massimo Cellino perché è dal diesse che si è sentito scaricato: il dirigente in effetti è stato il più convinto del fatto che fosse già il momento buono per cambiare e le sue argomentazioni hanno poi fatto breccia sul presidente.

Pierpaolo Bisoli - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
Pierpaolo Bisoli - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Stati d’animo

Amarezze di Bisoli (che ha le spalle larghe e tante ne ha viste) a parte – con l’auspicio – che l’andata e ritorno del padre non lascino il segno in Dimitri, che non è un robot, il presente ha ancora le fattezze di Rolando Maran. Che si è ripresentato molto carico, probabilmente ancora punto nell’orgoglio per un esonero che aveva considerato ingiusto perché non gli era stata data la possibilità di provare a ritrovare slancio con la squadra al completo.

Dal Brescia, il tecnico trentino è rimasto lontano solo fisicamente: mentalmente, anche per prossimità territoriale (vive sul Garda) è sempre rimasto connesso e ha regolarmente visto le partite. A mente fredda e da esterno, con la mente più «pulita» dopo mesi pesanti, potrebbe anche aver visto e immaginato nuove soluzioni ritrovando contestualmente quello spirito che man mano, nel frullatore Brescia, gli era venuto un po’ meno.

Il rapporto

Massimo Cellino, presidente delle rondinelle - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Massimo Cellino, presidente delle rondinelle - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

Tanti i temi sul tavolo e le situazioni scottanti da risolvere sin da subito dato che la gara con la Carrarese è già scottante. Temi tecnici, tattici e relazionali. Con la squadra, dalla quale è stimato, non si pone nessun problema (e mettiamo la mano sul fuoco sul fatto che avrà la delicatezza che si conviene nei confronti di Bisolino). Semmai, tornando a bomba, sul piatto c’è ancora come potrà svilupparsi, o non svilupparsi, il rapporto tra l’allenatore e il presidente che ieri, tra l’altro, non si è recato al campo d’allenamento com’è consuetudine quando c’è un cambiamento, seppur all’insegna di una «restaurazione».

Il diesse

Renzo Castagnini, direttore sportivo del Brescia - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it
Renzo Castagnini, direttore sportivo del Brescia - Foto New Reporter Comincini © www.giornaledibrescia.it

Una parte importante la dovrà recitare Castagnini nei panni di «sintetizzatore» delle istanze reciproche. Ma certo, in un quadro difficile, non è piacevole un rapporto gelido tra le due prime figure del Brescia. Un gelo, che buoni e istantanei risultati – l’unica cosa che in fondo conti davvero – contribuirebbe non poco a normalizzare la situazione. In teoria, tra gli argomenti da discutere ci sarebbe anche il mercato: il club non sembra sentirci e non sembra prendere in considerazione nemmeno l’idea di sostituire il lungodegente Cistana. Intanto, al di là di Avella che sarebbe a un passo dal Messina, il Südtirol ha bussato per Bianchi, ma il Brescia ha detto no a meno di una buona offerta economica.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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