Calcio

Brescia non fidarti della crisi del Pisa

La squadra di D'Angelo è reduce da quattro sconfitte consecutive, ma nei numeri di tutto il campionato si è dimostrata superiore alle rondinelle
Il tecnico Daniele Gastaldello  - © www.giornaledibrescia.it
Il tecnico Daniele Gastaldello - © www.giornaledibrescia.it
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Conta più il momento o il percorso? Gli ultimi giri di pedale del Pisa sono stati un flop: quattro partite, quattro sconfitte. A dispetto della caduta di Parma, il Brescia ha tenuto un’andatura ben più sostenuta, da sette punti in questa tappa quadrupla. Tutt’altra prospettiva se si allarga il discorso all’intero circuito: lì i toscani sono stati più costanti ed efficienti. Lo testimonia la classifica, ma anche i dati che emergono vivisezionando proprietà offensive e difensive delle due squadre.

Una crea di più, l'altra concretizza meglio

Anzitutto, il Pisa segna molto di più. I gol all’attivo dei nerazzurri sono 46, quelli del Brescia 13 in meno. Più che una voragine, un Grand Canyon. Eppure qualche piccola anomalia, nelle pieghe di questo macrodato, c’è. Basti pensare che in quanto a mole di occasioni prodotte in media a partita i biancazzurri superano la squadra di D’Angelo (11.49 a 11.20, come evidenzia Kama Sport). È vero, il Pisa effettua globalmente più conclusioni (12.43 a gara, contro le 11.69 bresciane), ma il Brescia centra con maggiore frequenza lo specchio della porta (3.94 volte ogni novanta minuti, a 3.89). La differenza sta tutta nella capacità di capitalizzare quanto si crea: i toscani concretizzano l’11.48% delle proprie chance, la squadra di Gastaldello si ferma all’8.21%. Lo stesso dicasi della conversione in gol dei propri tiri: il Pisa ha una percentuale realizzativa del 10.34%, il Brescia dell’8.07%.

Brescia più «palleggiatore» e il fattore Moreo

Le due squadre differiscono anche nelle modalità di sviluppo delle rispettive produzioni offensive. Il Pisa, come si è visto, ha dalla sua un maggiore cinismo, mentre il Brescia ha un’anima più «palleggiatrice» in fase di transizione. Nell’ultimo terzo di campo, tanto per fare un esempio, le rondinelle vantano una percentuale di passaggi riusciti del 75.42.

I nerazzurri, tra i peggiori in tutta la B in questo specifico dato, non superano il 72%. Insomma, la squadra di D’Angelo è tutto fuorché manovriera: anche la percentuale più generica di passaggi riusciti (73.32%) denota un’inferiorità rispetto al Brescia (75.94%) e a diverse altre formazioni di serie B. Nelle ultime quattro gare il Pisa ha incassato più dei biancazzurri (nove gol a sei), ma i numeri della stagione raccontano che nel lungo periodo i toscani hanno avuto una solidità nettamente maggiore: il Brescia ha subito 54 gol in totale, 15 in più del Pisa, e non ha caso ha la peggior difesa del torneo, rispetto ai toscani concede più occasioni all’interno della propria area (1.97 a 1.6 a partita) e vince meno duelli difensivi (28.34 a 29.17). Servirà dunque accantonare la gracilità mostrata a Parma e ripristinare la compattezza dell’ultimo filotto: il Pisa ha molte armi per far male, a partire dal grande ex (uno dei tanti) Stefano Moreo.

L’impatto da gennaio a oggi, in termini puramente numerici, non è stato travolgente: due gol in sedici presenze, gli stessi siglati nel primo segmento di campionato con la maglia del Brescia. Attenzione, però, perché tre dei quattro gol stagionali Stefano li ha timbrati in trasferta. E il Rigamonti, da qualche mese a questa parte, per lui non significa più casa…

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