Calcio

Brescia, Maran è l’allenatore più «longevo» dal 2020 a oggi

Rolando siede in panchina da 337 giorni: come lui solo Clotet, che ci è però arrivato con tre parentesi in biancazzurro. Pagliuca e Possanzini gli unici in carica da più tempo in B
Rolando Maran guida il Brescia dal novembre dello scorso anno - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Rolando Maran guida il Brescia dal novembre dello scorso anno - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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È proprio vero: la vita a volte sa sorprendere. Fino a qualche tempo fa associare il concetto di longevità alla panchina del Brescia sarebbe apparso fuori luogo, in antitesi con la frequenza di avvicendamento di tecnici orchestrata da Massimo Cellino. Oggi vale l’esatto opposto. Tanto che con gli esoneri di Gorini a Cittadella e Stroppa a Cremona, Rolando Maran è diventato il terzo allenatore a sedere da più tempo sulla propria panchina.

I primi due sono Davide Possanzini e Guido Pagliuca, entrambi in carica da poco più di un anno e tre mesi. Due brillanti artefici delle promozioni di Mantova e Juve Stabia: la conferma in estate era scontata, quella dopo il primo blocco di gare meno. Ma entrambi hanno cominciato con il piede giusto. Tra chi in B già c’era lo scorso anno, Maran è quello che vanta la militanza più lunga nel proprio club. Non è poco in termini assoluti, a Brescia ha un significato particolare.

Solo Possanzini (nella foto con Maran) e Pagliuca sono in carica da più tempo in tutta la B - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Solo Possanzini (nella foto con Maran) e Pagliuca sono in carica da più tempo in tutta la B - Foto New Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it

L’aggancio

Maran lambisce il traguardo dell’anno solare da tecnico biancazzurro. È investito di questo ruolo da 337 giorni: proprio oggi pareggia il dato complessivo di Clotet, che ha però accumulato questi numeri in tre blocchi distinti. Farlo senza soluzione di continuità ha un valore differente, e per questo Rolando va già considerato l’allenatore più longevo da quando il Brescia è retrocesso dalla serie A nel 2020.

Progetto

Una rottura col passato che ha tante ricadute positive. Significa stabilità, continuità. Significa dare un senso più profondo alla propria progettualità, rimuoverla dall’astrattismo e proiettarla direttamente in campo.

In questo Cellino ha avuto grande coerenza programmatica: ha confermato l’allenatore e il nucleo più consolidato del suo gruppo di lavoro, aggiungendo poco, con interventi chirurgici. Il Brescia non ha i connotati della grande attrezzata per schiacciare la concorrenza, ma è un cliente fastidioso per chiunque. E questo lo deve anche – o forse soprattutto – al vantaggio temporale di un progetto avviato in netto anticipo rispetto ai competitor.

I numeri

Maran non ha i numeri migliori degli ultimi quattro anni. La media punti più alta è di Inzaghi (1,74), che per le mani aveva però una rosa oggettivamente molto più competitiva. Quella di «Rolly» è di 1,5, due punti centesimali in meno rispetto a Clotet (1,52). Differenza risibile che Maran proverà a colmare (o a spostare a suo vantaggio) da qui alla sosta, quando supererà Pep per presenze in panchina (siamo a 37 e 41, in questo mini tour de force si giocheranno cinque partite) pure nel periodo più recente, e non solo globalmente.

È fuor di dubbio che Maran sia l’allenatore che in questo lotto ha saputo incidere maggiormente: lo spogliatoio lo riconosce come leader, è plasmato a sua immagine e somiglianza, e questo si riflette in un’identità di gioco codificata. Nella lettura dei numeri non va trascurato uno dei criteri più importanti: ha assunto il comando di una squadra ripiombata nel baratro dopo la retrocessione, l’ha trascinata in quota ai play off e ora culla l’ambizione di aggiungere un altro pezzettino. Il più complesso, ma anche il più stimolante.

L'abbraccio tra Bisoli e Maran dopo l'eliminazione dai play off per mano del Catanzaro - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it
L'abbraccio tra Bisoli e Maran dopo l'eliminazione dai play off per mano del Catanzaro - Foto New Reporter © www.giornaledibrescia.it

Futuro

La trasformazione degli ultimi mesi, insomma, ha il suo volto. Maran sa bene che in questo mondo la riconoscenza è un concetto labile. E quindi il grande lavoro svolto fino a oggi è materiale d’archivio, lo sguardo è sempre proiettato al futuro. Se l’asticella delle ambizioni si è alzata il merito è principalmente suo, ma ora bisogna adeguare il passo. Non c’è tempo per contemplare i traguardi già raggiunti.

Sabato col Sassuolo si apre un altro filotto d’impegni che contribuirà a conferire una direzione più nitida a questa stagione. Il Brescia vuol provare a diradare la cortina di fumo con le certezze accumulate in questo viaggio. Certezze che fanno tutte capo a Rolando Maran.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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